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Göran Sonnevi, considerato il maggiore interprete della lirica svedese contemporanea, sarà domani, 14 settembre, in Italia, ospite dell’Ambasciata di Svezia, per presentare il

ROMA aise - Göran Sonnevi, considerato il maggiore interprete della lirica svedese contemporanea, sarà domani, 14 settembre, in Italia, ospite dell’Ambasciata di Svezia, per presentare il suo libro “Variazioni mozartiane e altre poesie” (pp. 208, euro 12), tradotto e curato per le edizioni Polistampa da Bruno Argenziano.
L’evento avrà luogo alle 17.30 presso il Circolo Scandinavo per Artisti e Scienziati di Roma. E sarà lo stesso Sonnevi a leggere alcuni suoi componimenti in lingua svedese, accompagnato poi dalle letture in italiano e dall’intervento critico di Bruno Argenziano. Saranno presenti anche l’Ambasciatore di Svezia, Anders Bjurner, e la direttrice del Circolo Scandinavo, Mette Perregaard.
Nato a Lund nel 1939, Sonnevi ha pubblicato ben 15 raccolte di versi e un libro di traduzioni (Ezra Pound, Pierre Reverdy, Paul Celan, Osip Mandelstam, e molti altri) ed è stato tradotto in più di 15 lingue, tra cui il cinese e il turco. Ha vinto numerosi premi letterari tra i quali, nel 2005, il prestigiosissimo “piccolo Nobel” svedese, e nel 2006 il “Nordiska Radets litteraturpris”.
In “Variazioni mozartiane” Sonnevi sembra esprimere al meglio alcuni tratti salienti dell’indole nordica: semplicità e naturalezza nei modi, rispetto sincero di tutto ciò che vive. Alla poesia, a suo dire, è affidato l’importante compito di avvicinare la natura all’uomo per consentirgli di scoprirne i segreti e le meraviglie.
In questa raccolta il poeta svedese mostra in controluce le principali tappe della sua carriera: dall’iniziale apprendistato nei primi anni ’60 alla militanza ideologica di ascendenza marxista con la denuncia della guerra americana in Vietnam. Più tardi gli orrori commessi dai regimi comunisti in Europa e in Asia mettono in crisi il suo credo politico e lo riconducono alle sempre presenti angosce esistenziali. Tutta la sua esistenza è abbracciata dalla poesia. Comincia col fulmine che incendia la sua casa quando ha nove anni. Lo choc lo rende muto per un paio di giorni. Quando riprenderà a parlare, la balbuzie non lo abbandonerà più. Tranne, incredibilmente, quando il poeta legge i suoi versi in pubblico.
Data recensione: 13/09/2007
Testata Giornalistica: Aise
Autore: Irene Gherardotti