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Dopo lo sbarco in Sicilia dell’11 maggio 1860 e dopo aver assunto la dittatura dell’isola in nome di Vittorio Emanuele II, Garibaldi e i suoi Mille si trovarono ben presto alle prese con vari problemi

(AGI) - Firenze, 3 lug. - Dopo lo sbarco in Sicilia dell’11 maggio 1860 e dopo aver assunto la dittatura dell’isola in nome di Vittorio Emanuele II, Garibaldi e i suoi Mille si trovarono ben presto alle prese con vari problemi di ordine pubblico e di ordinaria amministrazione, episodi spesso passati sotto silenzio dalla storiografia ufficiale. Oggi, in occasione del bicentenario della nascita di Garibaldi, l’ultimo numero della rivista letteraria "Caffe’ Michelangiolo", diretta da Mario Graziano Parri per Pagliai/Polistampa, propone un articolo di Francesco Ghidetti sull’epopea garibaldina in Sicilia. L’autore, esperto del rapporto tra questione meridionale e garibaldini, sviluppa il proprio intervento su importanti carte inedite rinvenute presso l’Archivio dello Stato di Trapani. Questi preziosi documenti, quaranta capitoli della dittatura garibaldina, coprono un lasso di tempo che va da giugno a dicembre 1860 e testimoniano una storia lontana dai noti fatti d’arme e dai giochi della grande politica: una storia fatta di piccoli interessi locali, di richieste strampalate, di drammi umani consumati all’ombra della guerra di liberazione della Sicilia dal tallone di ferro borbonico. Si scopre cosi’ che, mentre il nuovo ceto dirigente garibaldino era impegnato a individuare i caratteri della popolazione e a considerare le dinamiche interne alla societa’, tenendo conto del potere del clero e dando un minimo di funzionalita’ alle decrepite strutture amministrative, i siciliani erano spesso occupati in faccende molto meno eroiche, ai limiti del tragicomico. Ghidetti cita un episodio calzante: nel Trapanese c’e’ gran dibattito su un problema ovvio: come, quando e con che spesa erigere un monumento in ricordo della battaglia di Calatafimi. Tema ovvio, certo, ma anche delicato: e’ noto come i luoghi della memoria siano spesso decisivi per la formazione di un’identita’. Per dare vita al cippo viene formata una commissione e redatto un manifesto che porta la data del 9 settembre 1860. (AGI)
Data recensione: 03/07/2007
Testata Giornalistica: AGI
Autore: ––