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Com’era la moda a Firenze nel Cinquecento? C’erano differenti modi di vestire fra i diversi ceti sociali?

Com’era la moda a Firenze nel Cinquecento? C’erano differenti modi di vestire fra i diversi ceti sociali? Questi sono solo alcuni degli interrogativi che sono all’origine di un prestigioso volume di Roberta Orsi Landini e Bruna Niccoli edito da Polistampa: Moda a Firenze 1540-1580. Lo stile di Eleonora di Toledo (pagine 252, euro 58). Un volume che attraverso l’analisi del guardaroba di Eleonora, divenuta sposa di Cosimo de’ Medici nel 1539, vuole illustrare le ricerche effettuate sui documenti dell’Archivio di Stato di Firenze ed in particolar modo sui Quaderni di Guardaroba, dove ogni giorno venivano registrati con la massima precisione gli oggetti, gli abiti e tutti gli accessori che venivano fabbricati per la corte fiorentina.

Al tempo di Eleonora la moda era «globalizzante», in ogni paese si adottavano forme e soluzioni di abbigliamento molto simili. La velocità con cui i cambiamenti o le nuove tendenze si allargavano è impressionante, soprattutto se si considerano i mezzi di comunicazione del tempo. Con l’arrivo di Eleonora, Firenze, ancora sotto l’influsso della morale savonaroliana, subisce rivoluzioni e cambiamenti; ma all’inizio questi nuovi stili sono giudicati inquietanti. Orecchini da inserire nei lobi bucati, cappelli piumati, una grande quantità di capi sportivi di taglio prettamente maschile e la zimarra di ispirazione turca, un vero e proprio ciclone che sconvolge la composta e rigida corte fiorentina.

Il guardaroba di questa giovane donna è composto da molti indumenti di diversa foggia e decoarazione. Dal busto di acciaio che Eleonora portava sotto le vesti, alle pianelle con la zeppa alta (oltre i 20 cm), alle calze di seta lavorate a maglia con un numero incredibile di punti, per non parlare poi dell’abbigliamento per andare a cavallo: sotto il vestito calzoni al ginocchio. Tra le altre usanze portate da questa nobil donna spagnola alla corte fiorentina si elencano anche quella di coprirsi il volto con una sciarpa attaccata al cappello per ripararsi dalla polvere e dal sole e i numerosi cappelli di paglia foderati di seta. La storia dipinge la duchessa Eleonora come una donna amante del potere, partecipe alla gestione dello stato sempre accanto al marito nelle occasioni pubbliche più importanti. In alcune cerimonie ufficiali, quando il marito è assente per motivi di governo, Eleonora ricopre un ruolo di primo piano, emergendo per la sua capacità di reggere lo stato in prima persona.

Non solo abile statista, ma anche grande mecenate. Alla sua corte, infatti si alternano talenti unici come quello del Bronzino, del Cellini, di Baccio Bandinelli, di Bartolomeo Ammannati. Tutte figure artistiche di primo piano per la Firenze di quel tempo. Tutti questi particolari sulla figura della duchessa di Toledo sono venuti alla luce grazie all’analisi scrupolosa che le autrici hanno operato nel compilare l’opera. Un testo importante che faceva sentire la sua mancanza nel panorama letterario di questo genere soprattutto se si considera l’immensa vitalità che le pagine del libro emanano. La pubblicazione di questi documenti non consente al lettore solo di tracciare un quadro storico, politico e sociale complessivo di quegli anni, ma permette anche di entrare in contatto con la mentalità, gli usi ed i costumi dell’epoca.
Restringere l’analisi a poche decine di anni permetterà al lettore di tracciare una linea sull’evoluzione della figura femminile nel tardo Cinquecento, dall’acconciatura, ai colletti alle maniche.
Data recensione: 12/06/2005
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: Rebecca Romoli