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Non c’è tanto di nostalgico, quanto piuttosto di fiero e di appassionato in questo desiderio di ripercorrere le “tappe”

Non c’è tanto di nostalgico, quanto piuttosto di fiero e di appassionato in questo desiderio di ripercorrere le “tappe” non solo di uno specifico percorso professionale, ma anche delle relazioni umane, degli affetti e delle fruttuose trasmissioni di sapere e di passioni.
Infatti l’autrice dell’agile ma denso libro offre un resoconto articolato e ben modulato di che cosa ha significato dedicarsi a una lunga e soddisfacente attività di ricerca, di studi e di insegnamento.
Ecco, l’insegnamento: proprio questo è il nucleo forte dei ricordi e delle riflessioni qui proposti, ruotanti sulla funzione educativa, di crescita e di valutazione e apprezzamento della bellezza che l’autrice ritrova meritatamente nell’arte e che ha sperimentato in sé e ha voluto ritrasmettere.
Giusto allora rivelare quanti ostacoli sono stati messi dalla rigidità burocratica o dalle paure di cambiamenti invece necessari per attuare al meglio la didattica della Storia dell’Arte con tutte le valenze annesse e costitutive; e formativo, incentivo alla meditazione e all’azione, il tratteggiamento di cosa sia stata la quotidiana frequentazione della scuola, delle aule, degli studenti, nel dialogo instaurato con i fruitori di questa didattica così decisamente motivata e foriera sia di un arricchimento personale reciproco, sia di una educazione civilizzatrice e che mette in grado di comprendere, nel senso etimologico del termine, il senso della creazione e della ricreazione artistica, secondo quel sentimento della bellezza di cui si diceva.
Oltre alle indicazioni davvero preziose per chi volesse affrontare questo stesso percorso di insegnamento della materia, in questo testo di memorie, una sorta, in certi punti, di “diario ragionato”, si trovano anche i capisaldi di un percorso che va attentamente considerato, per capire come l’autrice sia arrivata ai quattro anni di studi universitari a Lettere e Filosofia, alle due collaborazioni con l’Ufficio Catalogo della Soprintendenza e con la Sezione Didattica della Galleria degli Uffizi, alla rigorosa e approfondita documentazione storica, alla volontà di conoscenza per la conservazione, alla tutela e alla diffusione (con la sua valenza umana e democratica) conoscitiva della produzione artistica, con un’apertura mentale e una volontà di comunicazione con il territorio davvero apprezzabili.
E cosa ha significato, per questa studiosa e docente, “fare scuola”? Oltre all’orgoglio di fare parte di questa istituzione che concorre a costruire la società nel presente e nel futuro (facendo tesoro del passato), ciò che ha sempre mosso l’autrice è stata la volontà fattiva di far accostare i giovani al sapere e all’Arte, in una vera e propria missione svolta durante i quasi trenta anni di insegnamento al Liceo Michelangiolo di Firenze, con la precisa coscienza di quanto la bellezza sia importante nella vita di ogni persona, perché, come dice lei, è «un valore alto e dirimente, emozionante ».
Numerosi gli interventi introduttivi al volume: da quello della Famiglia Bottai della Tenuta “Le Velette” nei pressi di Orvieto (luogo di iniziale formazione umana e culturale della futura studiosa e docente), a quello di Clara Rech, Presidente dell’Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte, a quello di Silvia Mascalchi, Direttrice del Dipartimento Scuola e Giovani delle Gallerie degli Uffizi, a quello della Storica dell’Arte Mara Portoghese.
Allo sviluppo delle memorie che costituiscono il corpo del volume (pp. 29-96), e che diventano una lettura appassionante perché appunto ricreano i vari passaggi dello sviluppo e della ritrasmissione della grande passione vissuta, vengono allegate quattro Appendici.
La prima di queste riporta le testimonianze degli alunni partecipanti al Progetto Santa Croce-2001, e lascia quindi spazio alle osservazioni degli adolescenti che riflettono su quanto sperimentato (e tali testimonianze sono per tanti aspetti davvero toccanti, come quando si dice che l’esperienza in Santa Croce ha fatto giungere a conclusioni veramente inaspettate: il fascino della scoperta, del cambiamento di prospettiva!); la seconda riproduce il documento che Maria Lisa Guarducci ha inviato nel 2008 alle istituzioni scolastiche riguardo al Potenziamento dell’orario di cattedra di Storia dell’Arte al Liceo Classico, richiesta spiegata con validissime ragioni; la terza riporta la medesima richiesta da parte della Presidentessa della già nominata Associazione Nazionale; la quarta, infine, ha come oggetto le riflessioni sul successo del Progetto I Pomeriggi del Michelangiolo. Dalla città alla scuola, molto partecipato da parte di studenti, insegnanti, genitori e semplici cittadini dal 2014 al 2019, per ribadire quanto siano importanti apprezzamento, conservazione, diffusione dell’Arte, come l’autrice del volume ha sottolineato nel corso di tutta la sua vita e come ha voluto testimoniare con queste scritture.
Data recensione: 01/07/2023
Testata Giornalistica: Nuova Antologia
Autore: Massimo Seriacopi