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A dispetto del titolo, Lettere dal Donbas del giornalista e scrittore Dario Fertilio e della docente di Ucrainistica della Sapienza di Roma

A dispetto del titolo, Lettere dal Donbas del giornalista e scrittore Dario Fertilio e della docente di Ucrainistica della Sapienza di Roma Olena Ponomareva, non è un libro di stretta attualità né una raccolta di missive dal fronte, bensì un raffinato e avvincente testo teatrale sul dramma eterno della guerra.
I protagonisti sono un cyborg che incarna un combattente ucraino impegnato nella disperata difesa dell’aeroporto di Donets’k raso al suolo dai russi (proprio come Mariupol, la città martire di Maria), una misteriosa Dama Nera, il Presidente (Putin), il Nazbol (ossia un nazibolscevico che milita al fianco delle truppe di Mosca), un cinico uomo d’affari (interessato più al mercato del gas che non alle sorti delle vittime del confitto), una ragazza ucraina priva di scrupoli e moralità, un prodotto dell’era di Internet, un professore russo dissidente.
I dialoghi si svolgono in un clima apocalittico, con il cyborg che narra le vicende spaventose dei combattimenti ravvicinati: «Di quattro piani dell’aeroporto, ne controlliamo uno e mezzo. Anche i sotterranei sono loro. Di notte li sentiamo passeggiare. Vanno su e giù, sulle scale minate. Ogni tanto cominciano a sparare. Le pallottole di rimbalzo sono le più pericolose. Ma ci si abitua...ci si abitua a tutto».
Da parte sua il Nazbol dice: «Se si cresce in un posto come il mio, quando ero ragazzino, nell’Ucraina orientale, alla periferia di uno schifo di città, l’unico modo di farsi rispettare è far capire agli altri di essere pronto a uccidere. E farglielo capire in russo!». È il quadro della spirale di odio che dal 2014 avvolge un meraviglioso ma tormentato Paese di steppe, campi di grano, monasteri antichissimi e città dall’aspetto sovietico. E Lettere dal Donbas può aiutare a rifettere su questa tragedia dei nostri giorni. 
Data recensione: 01/05/2022
Testata Giornalistica: Studi Cattolici
Autore: Andrea Colombo