Un breve volume, dedicato all’Annunciazione di Leonardo – tralascia i temi che più hanno appassionato gli studiosi del dipinto degli Uffizi:
Il
segreto del libro di Maria nel saggio di uno storico dell’arte e di
una semiologa
Un
breve volume, dedicato all’Annunciazione di Leonardo – tralascia
i temi che più hanno appassionato gli studiosi del dipinto degli
Uffizi: l’attribuzione, il presunto errore prospettico, il recente
restauro – è uscito in libreria per Mauro Pagliai editore e si
presenta oggi alle 17.30 alla Biblioteca del British Institute. Lo
firmano Diego Crociani, laureato in storia delle arti minori, e
Caterina Marrone, docente di semiotica alla Sapienza di Roma, i quali
si sono chiesti: cosa sta leggendo Maria mentre riceve la visita
dell’angelo annunciante?
La
domanda è interessante, ma la risposta, come la vorremmo – una
traduzione alla lettera di quelle parole – non l’avremo mai. La
professoressa Marrone ci rivela che la pagina del libro «è
redatta con lettere sconosciute e conosciute insieme». E aggiunge
poco dopo: «Sono caratteri veri e propri e si spingono a provocare
l’ipotesi che si tratti della scrittura ignota di una lingua
sconosciuta procurando in chi guarda un andirivieni dal noto e
all’inesplorato, dal misterioso al conosciuto. Nel testo infatti
si vedono delle m, delle o,
delle n, p, q accanto a caratteri mai visti». Le ragioni di questa
scelta potrebbero essere molte: Leonardo potrebbe aver messo le
lettere inventate come fossero forme che rimandano a qualcosa per
spingere chi guarda a «ricordare» secondo una pratica cara al
neoplatonismo di cui l’artista era imbevuto. Ma potrebbe anche aver
scelto di dare a quella scrittura una forma il cui significato
nasconde riferimenti numerici e dunque cabalistici. Un esempio per
tutti: il mignolo della vergine poggia sul rigo 13 che nella cabala
ebraica simboleggia la nascita del Messia. Al di là di queste
letture,
l’aspetto più interessante in questo saggio è l’excursus,
corredato di immagini, che ci propone sempre Marrone sull’iconografia
dell’Annunciazione. Il lettore scoprirà che, se in epoca
paleocristiana il racconto dell’evento e la sua rappresentazione
pittorica traeva spunto dal solo Vangelo canonico che ne parla più
diffusamente, e cioè quello di Luca – talmente scarno da
consentire solo un faccia a faccia Madonna-angelo
(esempi: l’Annunciazione, del
III d.C., delle Catacombe di S. Priscilla) – col tempo le cose
cambiano. Le fonti dei pittori diventano anche i Vangeli apocrifi che
forniscono maggiori dettagli sulla vita di Maria. E intorno al sec.
XI si aggiunge a queste fonti un versetto preso dal Vangelo di
Giovanni che dice: «e
il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi».
Che sia questo il senso della
pagina leonardesca?
Il
saggio di Diego Crociani e Caterina Marrone sarà presentato oggi
alle 17.30 alla Biblioteca del British
Dettaglio
«L’Annunciazione»
di Leonardo da Vinci (Uffizi)
Data recensione: 21/10/2021
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Chiara Dino