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Dal ‘600 a oggi: un libro sul teatro più antico di Firenze
E si lavora per una stagione senza Pergola, con Roberto Toni

È il più antico teatro di Firenze. Ma sarà anche il più «nuovo». Nel senso che il Teatro Niccolini si appresta a vivere l’ennesima rinascita in autunno, «staccandosi» dal Teatro della Toscana, quindi dalla Pergola, per ricominciare a camminare con le proprie gambe. Gambe che saranno rimesse in moto da uno dei protagonisti storici di questo palco dalle mille peripezie in via Ricasoli a Firenze: Roberto Toni, che negli anni Settanta e Ottanta insieme a Carlo Cecchi ne è stato l’anima per eccellenza. Roberto Toni dovrebbe andare a ricoprire il ruolo di direttore artistico. È «un progetto che stiamo perfezionando», è tutto quello che può dire al momento. Intanto venerdì se ne celebra la storia, una storia lunga 370 anni, attraverso un libro. Perché l’editore Mauro Pagliai, che ha rilevato il Niccolini 15 anni fa, ha appena dato alle stampe un volume scritto da Linda Giandalia, giovane storica dell’architettura siciliana, frutto della sua tesi di laurea all’Università di Firenze. Titolo, semplice: “Il Teatro Niccolini”. L’autrice lo presenterà il 16 Luglio alle 18 al Caffè Letterario del teatro proprio insieme a Roberto Toni e a Mauro Pagliai. Giandalia ripercorre tutta la storia del fu Teatro del Cocomero, fin dai tempi di Lorenzo de’ Medici figlio del granduca Ferdinando I, che lo fece costruire in quella via del Cocomero (oggi Ricasoli) che gli avrebbe dato il nome. All’epoca era più grande degli attuali 2500 metri quadri, comprendendo una porzione maggiore dell’isolato che si affaccia su piazza del Duomo. Lì nacque la Compagnia dei Concordi, la prima accademia di drammatici fiorentina, poi divenuta Accademia degli Immobili. È la stessa Accademia che dopo una scissione pochi anni dopo fece costruire un secondo teatro, in via della Pergola, ovvero il Teatro della Pergola, fratello «minore» anche se «maggiore» di grandezza del Niccolini. E che la sorte ha voluto riunire quasi quattro secoli dopo sotto le insegne del Teatro della Toscana. Come ricorda l’autrice, è stato il primo teatro in Toscana a dotarsi di energia elettrica, quando a metà Ottocento era stato da poco intitolato al drammaturgo livornese Giovanni Battista Niccolini. Poi nel Novecento si è trasformato in cinema, fino a quando Roberto Toni e Carlo Cecchi con la compagnia del Granteatro lo riportarono agli antichi fasti, complice anche un primo importante restauro dell’immobile, e soprattutto l’assidua frequentazione di calibri massimi come Vittorio Gassman, Carmelo Bene e Paolo Poli, che lo eleggono a teatro di riferimento in Toscana. Paolo Poli soprattutto ne farà il “suo” teatro e ha contribuito alle sue fortune più di chiunque altro. Per un decennio è rimasto chiuso al pubblico fin quando è stato rilevato da Mauro Pagliai che lo ha dotato anche di biglietteria, caffè e bookshop e ha avviato una coabitazione forzata a tre, e spesso problematica, con l’Opera del Duomo e la Pergola. Fino a oggi. Perché con la sperata ripartenza delle attività teatrali post-pandemia ripartirà con nuovo slancio anche il Niccolini, troppo spesso rimasto ancorato e bloccato da problemi organizzativi, di spazi e di «multi-gestione», e quindi pesantemente sottoutilizzato.


Gallery Particolare del Niccolini e sotto il tondo con due putti che reggono un nastro pergamena con il motto «A tempo infuocati»

Il 16 Incontro «Il Teatro Niccolini», il libro di Linda Giandalia, sarà presentato il 16 Luglio alle 18 alla Libreria Caffè del Niccolini. Insieme all’autrice saranno presenti Antonio Pagliai e Roberto Toni
Data recensione: 14/07/2021
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Edoardo Semmola