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Tra aprile e maggio del 1763 Giulio Mannaioni iniziò i lavori per ricostruire il Teatro del Cocomero, che in seguito sarebbe diventato Niccolini

Tra aprile e maggio del 1763 Giulio Mannaioni iniziò i lavori per ricostruire il Teatro del Cocomero, che in seguito sarebbe diventato Niccolini.
In precedenza, tra il 1753 e il 1755, si era occupato della Pergola, di cui aveva ristrutturato l’edificio. La struttura della sala divenne quella che è oggi, con platea e palcoscenico orientati verso il Duomo. Il recente volume di Linda Giandalia dedicato a “Il Teatro Niccolini” (Mauro Pagliai editore) presenta le piante del lavoro e il Conto, il documento di sintesi in cui Mannaioni afferma di aver realizzato: «La pianta dello stato antico di tutte le stanze e botteghe che restavano sotto il teatro vecchio, i disegni del nuovo teatro, fatta la pianta, variato ricetti e scale come pure l’altra pianta del secondo ordine, con variare di retrocamera e comodi al palco di Sua Maestà Imperiale con ricetti e scale diverse con due spaccati uno per lungo e l’altro per largo del medesimo teatro e stanze: fatto il disegno della facciata con i disegni in grande delle finestre e porte: il tutto colorito, scudi 45». In quell’epoca molti teatri si facevano guerra e i Lorena cercavano di regolamentarli con una serie di leggi, tra cui il Motu proprio di Pietro Leopoldo del 1776, che impediva il gioco d’azzardo e revocava i privilegi alle scene cittadine. Al Cocomero trionfava il repertorio di Carlo Goldoni (che ambienta a Firenze “La locandiera”), spesso presentato dalla Compagnia Comica Toscana di Pietro Pertici.
Data recensione: 19/09/2021
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Luca Scarlini