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John William Polidori (1795-1821) è un nome noto a coloro che frequentano la letteratura di vampiri. Ma anche a tutti coloro

John William Polidori (1795-1821) è un nome noto a coloro che frequentano la letteratura di vampiri. Ma anche a tutti coloro che amano la figura e l’opera di lord Byron. Polidori fu, infatti, il segretario e medico personale del grande scrittore inglese che accompagnò, fra il 1816 e il 1819, nei suoi viaggi attraverso l’Europa. Fu proprio durante una di queste trasferte che i due si fermarono a villa Diodati, presso Ginevra. Qui, raggiunti da Percy e Mary Shelley, trascorsero insieme una misteriosa serata a leggere racconti dell’orrore e storie di vampiri, sfidandosi poi a scrivere ognuna una nuova storia di tale tenore. Nacquero così il celebre Frankenstein di Mary Shelley e Il vampiro di Polidori. Quest’ultimo venne pubblicato nel 1819, sul «New Monthly Magazine», venendo falsamente attribuito a Byron. In effetti Polidori aveva modellato la sua figura di vampiro (nominato lord Ruthven) aristocratico, affascinante e misterioso, proprio sull’amico il quale tentò poi di far correggere la falsa paternità dell’opera che nel frattempo aveva raggiunto la notorietà. Lasciato il servizio di Byron, Polidori tentò la carriera ecclesiastica ma con poca fortuna fintantoché non venne trovato morto, il 24 agosto 1821, a Londra, «nella sua camera da letto di Shadow Street». Proprio da questa annotazione, vergata su «un registro di polizia» che riporta la testimonianza di Gaetano Polidori (padre di John), prende le mosse l’ultimo affascinante e coinvolgente romanzo di Mario Bernardi Guardi, La morte addosso. Polidori, Byron, Mary Shelley e altri vampiri, libro che si snoda, in modo corale, fra verità e finzione, alla scoperta di alcuni episodi chiave della vita di Polidori, tentando – una volta per tutte – di far luce «sulla sua misteriosa morte, consegnandolo così alla leggenda».
Data recensione: 01/05/2021
Testata Giornalistica: La Biblioteca di via Senato
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