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«Per rivendicare i nostri diritti non ci siamo tirati indietro di fronte a niente perché avevamo una speranza da difendere

«Per rivendicare i nostri diritti non ci siamo tirati indietro di fronte a niente perché avevamo una speranza da difendere con tenacia, quella di vivere senza lottare quotidianamente per la sopravvivenza, quella di ottenere la serena normalità di ogni giorno e di amare una vita che, seppur diversa o difficile, è ugualmente bellissima». Per entrare più in profondità nelle pagine del libro scritto da Nevio Minici, occorre partire dalla fine. Perché il messaggio che vuole lanciare attraverso il suo lavoro intitolato “Se non puoi camminare… corri!”, è universale. È un messaggio di speranza, di lotta, di voglia di vivere. Anche se la vita ti pone ostacoli difficili da superare, come diventare improvvisamente una persona con disabilità in seguito ad un incidente stradale. Lo sa bene l’autore di questo racconto autobiografico che offre uno sguardo molto personale sui temi legati alla disabilità. A partire dalla conquista dei diritti, che ancora oggi non sempre vengono garantiti a tutti.
Per questo, Nevio Minici nel libro pubblicato dalla casa editrice Pagliai/Polistampa (104 pagine, 9 euro) condivide il lungo percorso di battaglie che ha compiuto insieme a tanti amici con disabilità e non, con i quali ha contribuito a fondare l’Associazione Toscana Paraplegici. Del resto, Nevio aveva solo vent’anni quando ha subito l’incidente che gli ha cambiato la vita. In tutti i sensi. «Essere tetraplegico non è una cosa da poco. Per avere ben chiara quale sia la mia condizione, basterà tenere presente che un paraplegico ha solo due gambe inutilizzabili, ma con le braccia può fare tutto quello che gli serve in piena autonomia, come lavarsi, vestirsi, guidare la macchina, andare in bagno da solo. Soprattutto un paraplegico può uscire senza necessità di essere accompagnato da un assistente. Uno come me invece non può fare niente di tutto questo, ha bisogno di essere aiutato a fare qualsiasi cosa». È a quel punto che Nevio inizia a comprendere che deve arrivare con la testa dove braccia e gambe non possono più arrivare. Di conseguenza, grazie a Lorenzo, Gabriella e tanti altri amici inizia delle lunghe battaglie per garantire i diritti delle persone con disabilità ed il loro futuro. Il futuro che loro immaginano, vedono, sognano.
Il libro racconta di occupazioni, proteste, viaggi per l’Europa, sperimentazioni che piano piano contribuiscono a portare prima l’Unità Spinale presso l’Ospedale Careggi di Firenze, e poi anche i progetti di Vita Indipendente in Toscana per offrire autonomia a persona con disabilità. Tutte battaglie che l’autore combatte insieme agli amici e all’amore di sua moglie e dei suoi famigliari, perché «ritengo che si debba dare un aiuto adeguato a chi sceglie di vivere una vita normale a casa propria: solo così infatti quella persona potrà smettere di essere considerata un peso morto per la società e diventerà un’autentica forza trainante, un guadagno per l’intera comunità, oltre che una ragione di riscatto». “Se non puoi camminare… corri!”, dunque, è un inno alla vita, che non bluffa, che non nasconde i problemi ed i momenti di scoramento e sfiducia – anche nei confronti di politici e di chi occupa ruoli decisionali determinanti, della burocrazia, di un sistema di welfare che a volte si muove a rilento rispetto alle reali esigenze di chi vive condizioni di disagio – ma che si propone di ispirare chi si trova nella stessa situazione in cui si è trovato Nevio all’inizio del suo percorso.
Data recensione: 16/03/2021
Testata Giornalistica: InVisibili - Corriere della Sera
Autore: Emiliano Moccia