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Il medico-scrittore non fugge dalla sua vocazione e dal suo mondo. Semmai li vede da un altro angolo visuale

Il medico-scrittore non fugge dalla sua vocazione e dal suo mondo. Semmai li vede da un altro angolo visuale. Incontra migliaia di pazienti: tutti diversi per età, cultura, condizioni sociali, inclinazioni dell’animo, e nello stesso tempo tutti uguali di fronte alla malattia e alla morte. Per chi ne è capace, quanti spunti narrativi offre una corsia d’ospedale, tra sofferenza e speranze, coraggio e paure, vita e ascesa al giudizio di Dio. Ce lo dimostra Stefano Grifoni, direttore del Pronto soccorso di Careggi – il Policlinico più importante della Toscana e tra le eccellenze italiane in alcune specializzazioni – nel volume Storie d’amore e d’amicizia (Mauro Pagliai Editore, pp. 96, euro 9) con il quale, dopo numerose pubblicazioni scientifiche e saggistiche, compie un passo in avanti nella sua escalation letteraria. Oltre a essere stato in questi anni ospite di programmi radiofonici e televisivi, e aver curato una popolare rubrica sulla «Nazione», nel 2016 ha firmato il manuale «I colori, i rumori, gli odori della salute», seguito nel 2018 da «La vecchiaia è una malattia?» e nel 2019 da «Le emozioni della salute», tutti editi da Polistampa. Ora Grifoni sposa la narrativa, con questa sorta di antologia di racconti ambientati nella struttura dell’urgenza medica e chirurgica, che non possono non riflettere la drammaticità mista alla tenerezza che si è respirata negli ospedali nella lunga emergenza pandemica. Come ben spiega nella prefazione Franco De Felice, sono spaccati avvincenti di amicizia e amore, di vita reale, che passano per la medicina e a volte sembrano frutto della fantasia, «contrassegnati da una ironia di fondo, dove ironia non significa affrontare le situazioni con leggerezza, anche se sono scritti con toni leggeri, che, si potrebbe immaginare, mal si concilierebbero con la realtà di questi giorni». Scorrendo il libro troviamo storie come quella di Paolo, già comandante di nave e oggi settantenne insonne che non sopporta il silenzio della notte. Oppure Anna, catapultata al pronto soccorso assieme alla figlia Sara, con cui inaspettatamente condividerà anche la diagnosi. O ancora Piero, che manifesta senza complessi le proprie insolite paure: scampato per miracolo a diversi incidenti, è convinto di essere perseguitato dalla morte. Ogni paziente ha qualcosa da raccontare o da confessare al medico e agli infermieri cui è affidato, desideri e speranze più o meno consapevoli, traumi irrisolti e ancore di salvezza. Un libro che fa altresì riflettere sulla difficile missione dei «camici bianchi», in passato a volte troppo frettolosamente censurati (quando non inglobati nel tritacarne della Malasanità) e durante la pandemia definiti i «nostri eroi» per la l’abnegazione in una trincea che anche tra loro non ha risparmiato vittime. Gli operatori sanitari che si dedicano alla cura degli altri, incontrano uomini e donne nel momento della fragilità e della solitudine. Se sono encomiabili quelli che con la condivisione regalano conforto, lo sono ancor più quelli come Stefano Grifoni che sanno pure scrivere e trasmettere queste esperienze e storie.
Data recensione: 26/07/2020
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: Antonio Lovascio