Celebre reporter e scrittrice di bestseller, Oriana Fallaci è stata uno dei personaggi di riferimento durante la seconda metà
Celebre reporter e scrittrice di bestseller, Oriana Fallaci è stata uno dei personaggi di
riferimento durante la seconda metà del Novecento fino ai primi anni Duemila,
capace di suscitare con la sua scrittura sia entusiasmo e coinvolgimento sia
aspre contestazioni. Apprezzata per l’indiscutibile competenza con cui svolgeva
la professione di giornalista, ammirata per il coraggio con cui svelava anche
le verità più scomode e difficili da accettare, la Fallaci affrontò nel corso
della sua carriera alcune tra le più complesse tematiche attuali legate, tra
l’altro, al ruolo della donna nella società contemporanea, alla maternità e al
femminismo. È appunto su questo tipo di problematiche che si concentra la
giovane studiosa siciliana Giorgia Medici che, nel suo saggio Raccontare è testimoniare. Oriana Fallaci e
la scrittura del dissenso (Mauro Pagliai Editore, 2020), analizza l’opera
della giornalista per ricostruirne il pensiero relativamente alla condizione
femminile.«Le inchieste, i reportage
e persino le sue graffianti interviste non sono frutto di un indistinto e cieco
rancore, bensì hanno origine da una disamina acuta e sofferta della società
postmoderna votata – come precisa la stessa autrice – ad “un progresso che nel
novanta percento dei casi si basa sui successi della tecnologia e non della
morale […] e che comincia ad essere una minaccia per il genere umano”. È dunque
necessario liberare Oriana dal cumulo di facili stereotipi sotto cui è stata
sepolta con faciloneria e superficialità; fra questi l’idea che la scrittrice
parli e scriva guidata unicamente dall’urgenza di un incontenibile impulso
rabbioso. I suoi asserti difatti, per quanto talora possano apparire
discutibili, hanno origine da lunghe, ponderate riflessioni e non da
impressioni superficiali e momentanee» (pp. 11-12). Questi i propositi iniziali
reperibili nell’introduzione al saggio di Giorgia Medici e perseguiti
dall’autrice che offre al lettore un saggio agile, scorrevole, tuttavia non
privo di validi spunti di riflessione e in grado di riportare in luce elementi
della personalità della Fallaci, di ricordarne la schiettezza del pensiero con
un’intensità utile a non insabbiare le crude e scottanti verità contenute nei
suoi reportage e nelle sue inchieste. Giorgia Medici, dunque, dapprima ripercorre
le tappe fondamentali della vita di Oriana Fallaci, quindi, nel secondo
capitolo, affronta uno dei due fulcri del proprio lavoro, ossia la condizione
femminile, aprendo la ricerca in un momento cruciale della vita della
giornalista, quando cioè, dopo un periodo di profondo sconforto – che, al suo
apice, la porta persino a conoscere il mondo estraniante della clinica
psichiatrica – decide di partire per documentare la condizione della donna in
Oriente. Sarà il viaggio che la condurrà a scrivere Il sesso inutile, «un intrigante e puntuale romanzo-reportage che, sebbene non venga
considerato tra i suoi lavori più riusciti, rappresenta comunque un primo giro
di boa per l’autrice, di fatti “da una parte segna il passaggio dai temi
mondani a quelli più impegnati, dall’altra la trasforma in una celebrità
internazionale”» (p. 57).Nel corso del secondo capitolo, la Medici affronta
anche questioni stilistiche in merito alla forma narrativa dei reportage della
Fallaci, a quel modo cioè di trasmettere notizie e informare che è simile a un
racconto pur essendo non-fiction. Il
passaggio da questo tipo di giornalismo narrativo al romanzo è breve e appare
quasi spontaneo: non è dunque un caso che Giorgia Medici intitoli il primo
paragrafo del terzo capitolo Dal
reportage al bestseller: cronistoria di un successo editoriale e con esso
dia inizio alla seconda parte del suo saggio, incentrandola sul tema della
maternità, sulle difficili scelte che ogni donna deve affrontare, su quanto la
società possa influenzarne le decisioni con le convenzioni che impone. In
questa sezione, l’analisi del romanzo Lettera
a un bambino mai nato diviene il modo per scandagliare il pensiero della
Fallaci riguardo ai capisaldi delle ideologie femministe come l’aborto, la
rivendicazione della libertà di scegliere il proprio ruolo nella società e di
decidere autonomamente la strada da percorrere senza soggiacere a ricatti
morali o di costume. Nel romanzo della Fallaci, spiega infatti la Medici, «non
è l’aborto ad essere discusso, vagliato e continuamente riconsiderato, bensì il
cammino che tramuta una donna in madre ed il conflitto fra bisogno di
autodeterminazione e istinto materno. In un’epoca di radicale contestazione del
pregresso patrimonio valoriale, il riscatto della figura femminile passa senz’altro
anche attraverso la negazione della genitorialità, il rifiuto di una
prerogativa ritenuta intrinsecamente subordinante» (p. 113).
Data recensione: 01/07/2020
Testata Giornalistica: Nuova Antologia
Autore: Serena Bedini