Un tributo alla Principessa del popolo, Lady Diana Spencer. Domani, in abbinamento gratuito
Dall’infanzia agli
screzi con la ‘royal family’, fino al dramma di Parigi
Un tributo alla Principessa del popolo, Lady Diana Spencer. Domani, in
abbinamento gratuito con Il Telegrafo, il libro di Umberto Cecchi che la
ricorda in un triste anniversario: i ventuno anni dalla morte. Il 6 settembre
1997, mentre Elton John canta “addio rosa d’Inghilterra” ai funerali di Lady
Diana, milioni di persone davanti ai televisori piangono e si abbracciano: quella
principessa bella e ribelle, e allo stesso tempo fragile e sfortunata, ha
conquistato i cuori dei suoi sudditi ma anche di uomini, donne e bambini di
tutto il mondo. A vent’anni dal tragico incidente d’auto in cui morirono Diana
e Dodi Al-Fayed, il giornalista scrittore Umberto Cecchi pubblica ‘Diana,
l’ultimo viaggio’ (Mauro Pagliai Editore), ritratto intenso e commovente di una
vera e propria icona del ventesimo secolo. Cecchi, per anni inviato speciale per
il quotidiano «La Nazione», di cui è stato direttore responsabile e una delle
firme più note, è autore di memorabili reportage e interviste ai grandi del
mondo, oltre che di una quindicina di libri che hanno ottenuto importanti
riconoscimenti. DOPO il toccante ricordo di Oriana Fallaci intitolato ‘Cercami dov’è
il dolore’ (Pagliai, 2013) dedica questo volume a Diana Spencer, «bella,
simpatica, sfortunata principessa dalle gambe lunghe, gli occhi dolci e
ironici, lo spirito battagliero». Il libro, come in un “tuffo” nostalgico negli
anni Novanta, rievoca con toni poetici la sua vicenda umana, dall’infanzia agli
ultimi giorni di vita, passando per il matrimonio con Carlo d’Inghilterra e la
nascita dei figli William e Henry, il grande impegno umanitario, gli scontri
con la famiglia reale e il difficile rapporto con i tabloid inglesi. In
particolare, l’autore si sofferma sul grande fascino e la smisurata popolarità
raggiunta in vita da Lady D., la cui scomparsa improvvisa portò a lacrime e
isteria, un numero incalcolabile di fiori e messaggi di cordoglio, e un lungo
processo critico alla casa reale inglese da parte dell’opinione pubblica. Se
Diana fosse morta oggi, le reazioni sarebbero state le stesse? «Forse no», spiega
Cecchi, «perché vent’anni sono tanti e nel frattempo il mondo è cambiato. I
miti sono sempre più facili a nascere e ancor più veloci a scomparire: gli eroi
sono sempre meno eroi».
Data recensione: 30/08/2018
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: ––