Il recente libro di racconti di Donatella Contini, Ombre in fuga, è un piccolo capolavoro di centoquaranta pagine
Il recente libro di racconti di Donatella Contini, Ombre in fuga, è un piccolo capolavoro
di centoquaranta pagine che si leggono tutte d’un fiato. Ci si sente
legittimati a dare subito, in apertura un giudizio di valore. Nel frastuono che
circonda anche il mondo letterario, fra tanti libri inutili che si affastellano
sulle nostre scrivanie, ci capita fra le mani l’opera fresca e originale di una
scrittrice (già nota per i libri precedenti di narrativa e le pièce teatrali –
che continua a stupire, fedele com’è al suo timbro inconfondibile (già
riconosciuto da Anna Banti, settant’anni fa, quando ne pubblicava i primi
racconti su “Il Selvaggio”), un timbro che Marino Biondi nell’introduzione all’opera omnia uscita nel 2009, parlando
dei suoi incantesimi favolistici, ha visto come il frutto cupo e lacerato,
nonché ricco di «tossicità analitica» di una «affabulatrice perfetta e
maligna». Ecco, Ombre in fuga, ci pare
un libro inquietante in maniera deliziosa. Magia dello stile, che coniuga
l’implicito con l’esplicito, rappresentando tutto (con forza teatrale) e senza
svelare nulla.
Data recensione: 01/01/2016
Testata Giornalistica: Caffè Michelangiolo
Autore: Ernestina Pellegrini