chiudi

L’iter di alcuni libri prima di arrivare all’editore giusto, può essere interessante quanto la storia che narrano. È questo il caso

L’iter di alcuni libri prima di arrivare all’editore giusto, può essere interessante quanto la storia che narrano.
È questo il caso di Insieme al mare, racconto di un’adolescenza umile e fiera, mite e combattiva, ma soprattutto pensosa, scritto da Roberto Orsini, che dice, per modestia, di non sentirsi scrittore, pur avendo regalato un raro romanzo di formazione al mercato editoriale contemporaneo.
Roberto Orsini nasce a Porto S. Stefano nell’immediato dopoguerra, in un magazzino, perché il suo paese è distrutto dai bombardamenti e non ci sono né case, né ospedali dove nascere. Cresce prendendo progressivamente coscienza del momento storico difficile della sua venuta al mondo e vede una sola uscita di sicurezza, quella del mare. La povertà della famiglia, comune a quella di tante altre famiglie, lo spinge a pensare alla vita di mare come unica alternativa alle difficoltà economiche, rese più dolorose dal fallimento dell’attività ortofrutticola del padre, che cerca conforto nel vino, al pari di altri sventurati.
Le sbornie del padre, uomo semplice e buono, fanno soffrire il piccolo Roberto che diventa un alleato della madre, promettendole di provvedere lui al sostentamento familiare quando è ancora alla scuola primaria. Si avventura così fin da piccolo verso lavori rifiutati dai più, come imbianchino di tombe o fattorino di calzolaio, garzone di pescheria o mozzo di peschereccio per poter almeno la domenica mangiare carne. Terminate le elementari, convince i genitori a mandarlo alla Scuola Marinara ENEM, non avendo dimenticato il sogno originario di vivere la sua vita sul mare, la passione per il quale gli deriva non da tradizione familiare, ma dal frequentare spiagge e scogliere dell’Argentario per gare di tuffi, nuotate o partite di pesca con gli amici.
Conseguito con ottimi voti il titolo di padrone marittimo per la navigazione di piccolo cabotaggio, a soli quattordici anni trova lavoro su un panfilo, ma poiché è minorenne viene registrato come passeggero non come marinaio, per raggirare la legge.
L’impatto con l’agiatezza spocchiosa dei nuovi ricchi del boom economico non altera le qualità del suo animo, che resta saldo nei valori di sobrietà e onestà trasmessi dalla famiglia, specie dalla madre e dalla nonna.
A quindici anni, ottenuto il libretto di navigazione, è assunto per un duro lavoro di scrostatura di ruggine e vernici in un cantiere navale di Genova, dove avviene la svolta decisiva della sua vita. Dal finestrino di un tram vede l’insegna di una scuola serale e decide di continuare gli studi come studente lavoratore per diplomarsi all’Istituto Nautico.
La scelta fatta è impegnativa, sia per le sue disponibilità economiche, sia per le sue risorse fisiche. Lavorare di giorno e studiare di notte comporta un non indifferente dispendio di energie. Roberto non molla e arriva fino al quinto anno del corso, quando sosterrà l’Esame di Stato insieme agli studenti interni del prestigioso Istituto Nautico San Giorgio di Genova, dove è fra i soli tre licenziati nella prima sessione d’esame. Adesso potrà realizzare il sogno di diventare comandante.
Ma le tensioni e gli sforzi affrontati hanno logorato la sua resistenza psicologica, messa a dura prova anche dalle domande che i giovani seri si pongono: valeva la pena tutto questo sacrificio? Che cos’è in fondo la vita? Era forse meglio vivere come tanti superficialoni irresponsabili, così spensierati nel loro dolce far niente? Questi interrogativi non nascono gratuitamente nel cuore di Roberto, glieli sollecita anche il primo sentimento d’amore. Fin da quando nasce, l’amore si presenta come valore irrinunciabile e assoluto, ma Roberto non è ancora sicuro di essere contraccambiato dalla giovane appena conosciuta. L’inutilità della vita gli si profila in tutta la sua drammaticità e lo porta al male oscuro della depressione. Le finestre dei piani alti cominciano a fargli paura perché comincia a vederle come trampolini per un salto nel vuoto.
Una notte, mentre pesca tra i piloni dirupati del Siluripedio a Porto S. Stefano, un’improvvisa burrasca agita il mare e si sente attratto da quei gorghi sotto di lui, vorrebbe farla finita. All’improvviso  il bagliore di un fulmine schiarì il luogo circostante così tanto che potei ammirare la bellezza del mare in tempesta. E questa bellezza lo salva, lo guarisce.
Il libro è dedicato alla giovane che poi è diventata la compagna della sua vita. Roberto però lo considera un libro scritto solo per la famiglia e lo affida per la stampa a una cooperativa di Arezzo, città dove da anni risiede. La casuale, positiva recensione di un giornale diocesano, spinge l’autore a cercare editori che ne apprezzino il valore, che non è solo letterario (ricorda i romanzi del migliore periodo della letteratura americana), ma anche formativo (dovrebbe essere letto da tanti adolescenti demotivati di oggi).
I grandi editori, ovviamente, lo rifiutano: il marketing li spinge a vendere solo i nomi conosciuti o autori raccomandati da nomi conosciuti che vi lucrano la percentuale. I piccoli editori, altrettanto ovviamente, non si tirano indietro, ma chiedono cifre spesso esose, senza occuparsi della distribuzione, ammesso che ne abbiano una. Insieme al mare viene infine ripubblicato da un editore di Firenze, Mauro Pagliai, nella collana “Libro Verità”, con una sobria e accattivante copertina dove figura una foto giovanile di Roberto, dallo sguardo intenso e pensoso, lo sguardo con cui ha saputo guardare la vita. Gli auguriamo tutta la fortuna che merita.
Il romanzo Insieme al mare di Roberto Orsini ha partecipato quest’anno all’ottava edizione del premio giornalistico/letterario Carlo Marincovich, piazzandosi al 4° posto.

Maria Teresa D’Antea
Data recensione: 01/09/2017
Testata Giornalistica: L’Argentariana
Autore: ––