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Salvatore Niffoi non ce l’ha fatta: il suo romanzo «La leggenda di Redenta Tiria» (Adelphi) è rimasto fuori dalla cinquina del «Viareggio» per la sezione

Il Premio internazionale al fondatore del «Nouvel Observateur»

Salvatore Niffoi non ce l’ha fatta: il suo romanzo «La leggenda di Redenta Tiria» (Adelphi) è rimasto fuori dalla cinquina del «Viareggio» per la sezione narrativa. E’ invece Jean Daniel, fondatore e direttore del «Nouvel Observateur», il vincitore del Premio internazionale. Lo ha annunciato Enzo Siciliano, assieme alle cinquine dei libri finalisti alle tre sezioni del «Viareggio», più le tre scelte per l’opera prima. I vincitori si conosceranno il 25, ultimo sabato di giugno, mentre venerdì 24 sarà dedicato al Premio internazionale. Nella terna per l’opera prima c’è il romanzo più discusso della stagione, «Con le peggiori intenzioni» di Alessandro Piperno. Gli autori finalisti per la narrativa sono: Roberto Alaimo, «E’ stato il figlio» (Mondadori); Gianni Celati, «Fata Morgana» (Feltrinelli); Mauro Covacich, «Fiona» (Einaudi); Raffaele La Capria, «L’estro quotidiano» (Mondadori); Ernesto Ferrero, «I migliori anni della nostra vita» (Feltrinelli). Per la poesia i finalisti sono: Alberto Bellocchio, «Il libro della famiglia» (Il Saggiatore); Anna Maria Carpi, «Compagni corpi» (Scheiwiller); Milo De Angelis, «Tema dell’addio» (Mondadori); Eugenio De Signoribus, «Ronda dei conversi» (Garzanti); Attilio Lolini, «Notizie dalla necropoli» (Einaudi). Per la saggistica la giuria ha scelto: Giorgio Agamben «Profanazioni» (Nottetempo); Alberto Arbasino; «Marescialle e libertini» (Adelphi); Frederick Mario Fales, «Saccheggio in Mesopotamia» (Forum); Guido Samarani, «La Cina del Novecento» (Einaudi); Emanuele Trevi, «Senza verso» (Laterza). Per l’opera prima, la terna dei finalisti è: Leonardo Colombati, «Perceber» (Sironi), Mario Domenichelli, «Lugemale» (Polistampa) e Alessandro Piperno, «Con le peggiori intenzioni» (Mondadori). I vincitori delle tre sezioni principali e Jean Daniel avranno 5.000 euro ognuno, mentre sono 3.000 quelli per l’opera prima. Sia Siciliano sia Giovanni Gozzini, storico e direttore del Viesseux di Firenze, uno degli ultimi cooptati nella giuria, hanno tenuto a sottolineare, al termine della conferenza stampa di ieri a Roma, il clima sereno di discussione con cui si è giunti alle attuali scelte e la loro qualità nel panorama della produzione dell’anno. Di Daniel, Siciliano ha ricordato le origini algerine, il suo essere ebreo e francese e il lavoro di una vita che ha avuto al suo centro sempre l’Europa e il Mediterraneo, che lo rende oggi di grande attualità. Autore di vari saggi, in Italia ha pubblicato alcuni mesi fa «La prigione ebraica» (Baldini & Castoldi) che ha suscitato accese discussioni. Daniel, da ebreo non credente ma affascinato dai miti biblici e dalla loro influenza storico culturale, analizza il modo in cui gli ebrei si sono, secondo lui, costruiti una loro prigione nel momento in cui hanno confuso, nel senso letterale di fondere insieme, mito e storia, ragione politica, cosa che è origine e causa della loro situazione conflittuale. Venerdì 24 è previsto a Viareggio un convegno, alla presenza di Jean Daniel, sulla sua persona e il suo lavoro. E’ uno degli appuntamenti che saranno ogni anno costruiti attorno alla serata della premiazione. Quest’anno l’altro è giovedì 23, quando verrà ricordato, con un convegno organizzato da Alba Donati, Cesare Garboli, il presidente della giuria scomparso poco più di un anno fa, l’ 11 aprile 2004.
Data recensione: 08/06/2005
Testata Giornalistica: La Nuova Sardegna
Autore: ––