chiudi

A quasi un anno di distanza dalla morte, avvenuta il 23 luglio 2014, il poeta e scrittore Mario Graziano Parri ci offre un breve ma denso ritratto di Natale Graziani («Le molte vite di Natale Graziani»)

L’avvocato-scrittore inventò il festival di Castrocaro e presiedette l’Accademia degli Incamminati di Modigliana

A quasi un anno di distanza dalla morte, avvenuta il 23 luglio 2014, il poeta e scrittore Mario Graziano Parri ci offre un breve ma denso ritratto di Natale Graziani («Le molte vite di Natale Graziani»), accompagnato da una bella prefazione di Franco Contorbia. Nato il 25 dicembre del 1922 a Cusèrcoli, una frazione di Civitella di Romagna, Natale Graziani ebbe una vita nettamente bipartita: i primi quarantasei anni, fino al 1968, li trascorse in Romagna, a Forlì; i secondi, dal 1968 al 2014, in Toscana, a Firenze. Parri lo descrive come un omino dal carattere determinato e dalla «Vitalità carismatica» che nel 1944 si iscrisse al Partito Repubblicano Italiano e nel 1945 si laureò in Giurisprudenza a Bologna. Alla professione di avvocato penalista, Graziani affiancò, fin dal 1956, l’attività di amministratore pubblico, quando il ministro delle Finanze di allora, Giulio Andreotti, lo nominò gestore governativo delle Terme di Castrocaro affinché le liquidasse. Graziani invece seppe rilanciarle, nonostante la «Grande reputazione» di cui godevano, soprattutto fra le classi più agiate, le più note e lussuose Terme di Salsomaggiore. Castrocaro infatti sarebbe diventata la meta termale «Dell’emergente classe delle professioni e degli affari». Poi, negli anni Cinquanta, sulla scia del grande successo televisivo del Festival di San Remo, Graziani ebbe un’idea: organizzare nella cittadina romagnola il «Festival delle Voci Nuove», un concorso per aspiranti cantanti, per «Ragazze e ragazzi che pur di arrivare alla ribalta, e al grande pubblico, sono disposti ad andare dappertutto»; un concorso perfetto per casse pubbliche disastrate perché praticamente a costo zero. A condurlo vennero chiamati personaggi dal cachet allora non esorbitante ma che presto sarebbero divenuti vere celebrità della televisione, come il trentenne genovese Enzo Tortora, che presentò l’edizione del 1958 e quella del 1959, quando vinse la «Bionda quindicenne di Ravarino», Carmen Villani, e come il ventiseienne Pippo Baudo, raccomandato a Graziani dall’amico e conterraneo Federico Fellini, a cui venne affidata la conduzione delle edizioni del 1962 e del 1963. Quando nel 1968, Graziani lasciò la Romagna per trasferirsi a Firenze, in seguito al nuovo incarico di amministratore delle Terme di Montecatini, i conti con la sua amata regione non si chiusero affatto e, oltre alle biografie (Byron e Caterina Sforza), Graziani si dedicherà, fin dal 1979, alle ricerche storiche, dedicando vari volumi all’amata Romagna toscana. Negli anni fiorentini, Graziani divenne un personaggio importante della cultura della città e, con l’amico Parri, condividerà l’avventura del «Caffè Michelangiolo», la rivista dell’Accademia degli Incamminati di Modigliana, istituzione secentesca di cui il romagnolo fu presidente dal 1997 al 2005. In questa appassionata biografia, che è anche la testimonianza di un’amicizia venticinquennale, gli anni del Fascismo e della guerra non compaiono, come se Graziani non avesse trascorso, al pari degli uomini e delle donne della sua generazione, i primi vent’anni della sua vita sotto Mussolini. Nel breve torno di tempo che separa il giovanissimo autore del volumetto «Moti antifrancesi del popolo romagnolo » (pubblicato nel 1940 con prefazione dell’archeologo fascista Pericle Ducati) dallo stimato e capace amministratore pubblico degli anni Cinquanta, Natale Graziani compie esperienze decisive, prima fra tutte la collaborazione a «Pattuglia», la rivista artistico-letteraria forlivese dei GUF, che raccolse intorno a sé molti giovani, come Giovanni Testori e Italo Calvino, destinati a diventare tra i maggiori scrittori dell’Italia repubblicana. Sono gli anni in cui un’intera generazione è chiamata a decidere del proprio destino storico e personale. E da «Tenace repubblicano», Natale Graziani saprà trovare la sua strada dedicandosi alla cosa pubblica e alla cultura con quella curiosità e vivacità intellettuale che, nel 2006, la Presidenza della Repubblica gli riconoscerà insignendolo della medaglia d’argento ai benemeriti della cultura e dell’arte.
Data recensione: 23/07/2015
Testata Giornalistica: Gazzetta di Parma
Autore: Manuela Manfredini