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Se non fosse tragica, dolorosa ed umiliante realtà storica, le pagine del libro «Mafia, due anni di sfida a Cosa Nostra» (Mauro Pagliai Editore) scritto

Se non fosse tragica, dolorosa ed umiliante realtà storica, le pagine del libro «Mafia, due anni di sfida a Cosa Nostra» (Mauro Pagliai Editore) scritto da Giuseppe De Gregorio, sembrerebbero inverosimili.
Eppure il libro è una “voce di dentro”, è una testimonianza diretta dalla prima linea della lotta “alla piovra”: esso, infatti, raccoglie “gli appunti” (l’Autore, impropriamente, così li chiama: ma non si sono mai viste note così circostanziate di nomi, cognomi, soprannomi, luoghi, fatti, giorni, e persino orari) di un alto ufficiale dell’Arma dei Carabinieri.
Al comando della Compagnia 2 di Palermo tra il marzo del 1985 e il dicembre del 1986 il Tenente Colonnello De Gregorio ha eseguito o ha personalmente condotto le indagini e, comunque, ha guidato un pugno di coraggiosi in quel Fort Alamo della repubblica italiana nella disperata battaglia contro lo strapotere mafioso.
In quei mesi furono arrestati 54 latitanti, tra i quali addirittura il “papa” di Cosa Nostra, Michele Greco: nonostante ciò, la mafia non fu sconfitta perché, al contrario, salirono ai vertici della Cupola personaggi – se possibile – ancora più spietati e sanguinari. Parliamo degli abominevoli Totò Riina e Bernardo Provenzano, già in precedenza attivi ma che, con le “nuove mansioni” si resero responsabili di massacri “in stile libanese” ai danni di cittadini inermi, di eroici magistrati, di uomini delle Forze dell’Ordine.
E questo apre nelle pagine scritte da De Gregorio una questione fondamentale che pesa ovviamente come un macigno: cosa non ha funzionato nella lotta alla mafia?
Data recensione: 23/04/2014
Testata Giornalistica: Il Sannio Quotidiano
Autore: Antonio De Lucia