chiudi

Quando il Professore affrontava un argomento, anche di carattere prettamente culturale, eravamo affascinati dalla sua enorme cultura

A sei anni dalla scomparsa, una biografia completa e vivace di Francesco Antonini

Quando il Professore affrontava un argomento, anche di carattere prettamente culturale, eravamo affascinati dalla sua enorme cultura e dal suo senso critico. Il suo pensiero era sempre “libero”, non accettava compromessi e in questo senso riassumeva in sé lo spirito fiorentino. Era insomma un uomo del Rinascimento».
Quella che ho riportato è una citazione dal libro di Giovanna Ferretti Francesco Antonini – La vita e le intuizioni di un geriatra (Mauro Pagliai Editore). La testimonianza è del dottor Marco Cuzzopoli, specializzato in geriatria nel 1973 alla scuola diretta dal Professore (la maiuscola è sua).
In effetti Francesco Antonini (classe 1920, deceduto nel 2008) è stato una figura carismatica, capace di prendere il meglio dell’esperienza della medicina internazionale e di portarlo sulle rive dell’Arno. Nel 1962 l’ateneo fiorentino ha la prima cattedra al mondo di gerontologia e geriatria. Antonini si trova quasi per caso a essere titolare di questo nuovo insegnamento. «Alla gerontologia non credevo, non vedevo la differenza rispetto alla medicina interna», confesserà qualche tempo dopo. Eppure il termine geriatria nasce nel 1914, giusto un secolo fa, per l’intuizione di un professore inglese che la introduce in assonanza con la già affermata pediatria. Dall’iniziale scetticismo, Antonini arriva a una visione del tutto nuova e avanzata, mettendo al centro dell’interesse la persona anziana nella sua totalità, da curare in modo rapido e intensivo in caso di un evento acuto (generalmente ictus o infarto), lavorando poi sulle capacità residue. Parola d’ordine: mantenere un’autonomia che sola può garantire le libertà di pensiero e di movimento, insieme alla fiducia nelle proprie possibilità. Appassionato e tenace, ha trasfuso nei suoi allievi entusiasmo e stimoli per attuare e portare avanti le innovazioni in cui credeva.
Giovanna Ferretti è stata una stretta collaboratrice del professore, dal 1963. «Il professore non era a Firenze – scrive la Ferretti - quando mi sono presentata per una prova d’assunzione al posto di segretaria. Avevo una specifica formazione professionale, conoscevo due lingue e avevo l’aria a brava ragazza. Tutto questo ha fatto pendere la bilancia in mio favore». Per venti anni all’Istituto di gerontologia e geriatria, grazie a questa lunga esperienza ha potuto ricostruire con amici e collaboratori tutte le fasi della vita professionale e umana del professor Antonini. Il libro ripercorre le sue realizzazioni, una per una: la Scuola di specializzazione, l’Unità di cura intensiva geriatrica, l’Ospedale i Fraticini, la Scuola speciale per terapisti della riabilitazione, l’Unità coronarica mobile e infine L’Università dell’età libera.
«Giovanna Ferretti è più di un’amica – scrive la moglie di Antonini, Nena –. Nessuno meglio di lei può raccontare il cammino percorso, i successi, gli ostacoli, i consensi, le critiche, le innovazioni. Dopo sessanta anni di vita intensa in comune, posso dire di aver perso tutto. Ma grazie a Giovanna che con impegno e competenza ha ripercorso la sua vita, posso dire di aver ritrovato la mia».
Per finire un ricordo personale. Ho intervistato il professor Antonini, nella sua villa nelle colline di Bagno a Ripoli, nel 1984. Ne uscì un’intervista lunghissima e interessante, come non se ne fanno più, sul vino nell’alimentazione, titolo: Bere bene fa bene. Nonostante fosse una persona alla mano, disponibilissimo e cordiale, e nonostante io fossi già abituato da tempo alle interviste e alle relazioni con persone del suo livello, per tutto il tempo non riuscii a togliermi dalla soggezione verso il Professore (la maiuscola adesso è mia). Una soggezione che ho provato solo con le persone veramente importanti.
Data recensione: 01/10/2014
Testata Giornalistica: Informatore
Autore: Antonio Comerci