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Se fosse un giocatore di calcio, di Marco Impiglia, giornalista, scrittore e storico dello sport, si direbbe che possiede il giusto «timing»

Se fosse un giocatore di calcio, di Marco Impiglia, giornalista, scrittore e storico dello sport, si direbbe che possiede il giusto «timing»: non poteva infatti scegliere periodo più adatto di questo per presentare al pubblico il suo ultimo libro, incentrato sulla storia dei Mondiali di calcio. Bella novità, dirà il lettore. È vero infatti che di pubblicazioni che si sono occupate di questo torneo, diventato uno degli spettacoli più attesi dalla società contemporanea, ne sono uscite a bizzeffe. Questa ha il pregio di riassumere all’inizio di ogni capitolo, che coincide con un’edizione del Mondiale, i grandi temi che hanno caratterizzato l’edizione stessa, per sconfinare poi nella giungla degli aneddoti, anche minimi, che si lasciano divorare dall’appassionato dell’arte pedatoria. Si scopre così, tra le tante cose, un retroscena gustoso legato all’edizione del 1974 in Germania, durante la quale il «Kaiser», Franz Beckenbauer, fuggì dagli alloggi della nazionale tedesca per incontrarsi con un’attrice. O ancora, che l’arbitro incaricato di dirigere la prima finale, nel 1930 in Uruguay, accettò l’incarico solo due ore prima del fischio d’inizio della partita, dopo aver avuto la garanzia di una polizza assicurativa sulla vita e della possibilità di tornare in Europa con una nave subito dopo la finale. Pillole di cronaca diventate storia, quasi 800 aneddoti. Uno spasso.
Data recensione: 18/06/2014
Testata Giornalistica: Corriere del Ticino
Autore: Tarcisio Bullo