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Jfk amava molto l’Italia e gli italiani. Lo ha detto alla “Voce” Philip Cordaro, autore della prima biografia pubblicata in Italia su Kennedy

Jfk amava molto l’Italia e gli italiani. Lo ha detto alla “Voce” Philip Cordaro, autore della prima biografia pubblicata in Italia su Kennedy nel 1961 e amico del Presidente Usa assassinato a Dallas il 22 novembre 1963. In questi giorni Cordaro ha pubblicato “America amore mio” (Mauro Pagliai editore).
Philip Cordaro, alla fine della Seconda guerra mondiale lei ebbe la possibilità di conoscere Kennedy. Come avvenne l’incontro con il futuro Presidente degli Stati Uniti?
“Subito dopo la guerra ho lasciato gli Stati Uniti perché mio fratello, che è morto, mi ha consigliato di venire perché mi promise che mi avrebbe fatto nominare vicepresidente della Camera di Commercio per gli Stati Uniti. Mio fratello era uno dei dirigenti della Camera di Commercio italiana negli Usa. Ho avuto il visto e sono andato negli Stati Uniti. In quel momento era molto difficile avere un visto. Sono arrivato a Boston, dove avevo una zia che mi ospitava. Ho trovato immediatamente un posto di lavoro nell’organizzazione del ‘progresso italo-americano’, un quotidiano diffuso in tutti gli Usa”.
Ha conosciuto la famiglia Kennedy in occasione della campagna elettorale di Kennedy come membro del Congresso nel 1946?
“Ho intervistato Kennedy nel 1946, in occasione della sua campagna elettorale a Boston. Ricordo che in quella occasione Kennedy mi accolse molto bene. In quella occasione Kennedy mi chiese di suggerirgli, di volta in volta, quello che ritenevo interessante, opportuno per gli italo-americani che volevano raggiungere la famiglia. In quella occasione ho iniziato a collaborare con lui nella campagna per il Congresso degli Stati Uniti e poi l’ho aiutato nella campagna per il Senato, realizzando anche un giornale per quella occasione”.
Si ricorda cosa pensava Kennedy degli italiani e del nostro paese?
“Kennedy pensava bene degli italiani. Amava molto il nostro paese e la nostra mentalità. Il Papà di Kennedy, che era ambasciatore a Londra, era amico di Vittorio Emanuele III e ha portato anche i figli a Roma per ricevere la prima comunione”.
Chi fece la prima comunione a Jfk?
“Penso fu il futuro Papa Pacelli a fargli la Prima Comunione. La famiglia Kennedy aveva buoni rapporti con lui”.
Lei aveva rapporti con il Parlamento italiano?
“Sì, conoscevo molti parlamentari italiani. Chiesi al Presidente della Repubblica Luigi Einaudi di scrivere una lettera di elogio a Kennedy perchè il deputato si impegnò molto per una revisione molto favorevole del trattato di pace italiano”.
Jfk aveva buoni rapporti con Joe McCharty?
“McCarthy era una testa calda. Jfk aveva rapporti personali con lui, ma non politici”.
Kennedy era preoccupato del comunismo?
“Come tutti in quel periodo. Ma non promosse mai nessuna legge sul comunismo. In Usa c’era un partito comunista, ma non contava nulla”.
Data recensione: 20/11/2013
Testata Giornalistica: La Voce Repubblicana
Autore: Lanfranco Palazzolo