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Giacomo Wannenes, antiquario prima che scrittore, pubblicato in Italia come stimato autore di libri didattici d’arte e autore di un best-seller in Francia, “Vanity Art”, si sente “l’autore più rifiutato in Italia”

Giacomo Wannenes, antiquario prima che scrittore, pubblicato in Italia come stimato autore di libri didattici d’arte e autore di un best-seller in Francia, “Vanity Art”, si sente “l’autore più rifiutato in Italia” quando si tratta di thriller politici. Il suo ultimo romanzo “Russia all’incanto” è pubblicato da una casa editrice indipendente fiorentina, la Mauro Pagliai, ed è da poco in libreria. È un noir ambientato nella Russia del 1993, durante gli sconvolgimenti seguiti al crollo dell’Unione Sovietica, con accenni – a volte impietosi – a Italia, Francia, Svizzera e Inghilterra. La vicenda si snoda attorno a Togliattigrad, la città siberiana dove sorge l’impianto Vaz, costruito negli anni Sessanta dalla Fiat e che, sempre su licenza torinese, produceva le famose “Žiguli”, la versione russa della 124. Il protagonista del romanzo, l’investigatore privato Mat, ex commissario di polizia italiano, scopre vari maneggi e un giro di tangenti che coinvolge tre pezzi grossi di Torino che non disdegnano di partecipare anche a un traffico di plutonio verso i paesi arabi e non esitano a liberarsi di possibili ostacoli avallando una catena di omicidi. Naturalmente al “gioco” partecipano agenti segreti del Kgb e della Cia, oltre a investigatori privati. Come è precisato all’inizio del thriller, ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, ma – dice l’autore in un’intervista all’Ansa – “molto è ripreso da fatti di cronaca o esperienze personali fatte durante i miei viaggi in Russia”. Fatti di cronaca come “l’uomo precipitato dall’ottavo piano di un albergo nel centro di Mosca – racconta Wannenes – o la pagina del Giornale che annunciava la messa in vendita della Siberia da parte di Eltsin per sfamare la sua gente, una paginata che ho visto, ma che non ho poi più trovato”. Infine, le sue fonti: “Ho avuto informazioni – concede l’antiquario che scrive ancora i suoi romanzi battendo su una Lettera 32 in duplice copia – da una persona che è ancora viva e che ha visto i documenti”. Nulla, comunque, che – a suo dire – potrebbe valergli una denuncia. Anche il suo avvocato lo rassicura: “Ne hanno sparate così tante su Togliattigrad. Al massimo potrebbero mandarti due agenti del Kgb”.
Data recensione: 16/05/2012
Testata Giornalistica: Vie dell’Est
Autore: ––