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Sentimenti in primo piano nell’ultimo romanzo firmato dalla scrittrice grossetana Dianora Tinti, dove i punti di vista maschile e femminile si intrecciano

Sentimenti in primo piano nell’ultimo romanzo firmato dalla scrittrice grossetana Dianora Tinti, dove i punti di vista maschile e femminile si intrecciano dando al racconto una dimensione più profonda. In “Storia di un manoscritto” la protagonista, Laura, è una cinquantenne serenamente sposata che si divide tra vita familiare e lavoro in una casa editrice. Una donna forte e pragmatica, amante della logica e abitudinaria. A complicare la routine arriva un misterioso manoscritto di un autore sconosciuto. Leggendolo Laura si riapproprierà lentamente di una parte della sua identità perduta. Infatti, dopo un grave incidente d’auto capitato da ragazza, aveva perso la memoria, dimenticando anche il suo amore per Giulio che è proprio lo scrittore dell’inquietante manoscritto. Così, dopo trent’anni, il passato torna a sconvolgere o forse a dare il vero senso al presente. Sullo sfondo corre la Maremma con il suo paesaggio affascinante e carico di leggende come quella del cosiddetto Olivo della Strega. Un tributo in particolare al borgo di Magliano in Toscana, dove l’autrice vive ormai da più di venticinque anni. Dopo il successo dei precedenti “Il pizzo dell’aspide” e “Il giardino delle esperidi”, con questo romanzo pubblicato da Mauro Pagliai Editore,  Dianora Tinti si avvia verso altre grandi soddisfazioni. Oltre alle tante presentazioni in Italia, ad ottobre la scrittrice andrà alla Fiera del Libro di Francoforte dove porterà, insieme al suo romanzo, anche le immagini di una terra amata in tutto il momdo con le sue espressioni dialettali, i borghi antichi e i piatti tipici come l’acqua cotta.
Data recensione: 15/08/2012
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Irene Blundo