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Curata e tradotta da Francesco Luti, esce in questi giorni nella collana “Biblioteca del Caffè” per le edizioni Pagliai/Polistampa la raccolta “Marea solare, marea

Servizi del Giorno
21/03/2006 ore 19.48
Cultura
FIRENZE\ aise\ - Curata e tradotta da Francesco Luti, esce in questi giorni nella collana "Biblioteca del Caffè" per le edizioni Pagliai/Polistampa la raccolta "Marea solare, marea lunare" (1963-1998), antologia poetica di Pere Gimferrer (pag.160, 10 euro).
Voce tra le più rappresentative del panorama della poesia spagnola contemporanea, considerato ormai il poeta di lingua catalana più rilevante dei nostri anni, Gimferrer ha compiuto un percorso letterario disseminato di frequenti cambi di stile e di genere e, a partire dal 1970, ha cominciato a prediligere il catalano, sua lingua madre.
"Con il catalano - spiega Gimferrer - ho trovato una lingua che, essendo la mia, mi è più utile come strumento di lavoro poetico, una lingua con la quale posso ormai esprimermi in prima persona".
Nelle sue opere ritornano e si intrecciano elementi e presenze costanti quali la maschera e lo specchio, che possono considerarsi dei veri e propri concetti-chiave per interpretare la sua poetica.

Poeta e narratore tra i più rilevanti della letteratura spagnola e catalana contemporanea, Gimferrer esordisce nel 1963 con la raccolta "Mensaje del Tetrarca". Tre anni più tardi, con "Arde el mar" si aggiudica il Premio Nacional de Poesía. Nel 1967, incoraggiato dal nobel Vicente Aleixandre, dà alle stampe "Tres poemas", seguito l’anno dopo da "La muerte en Beverly Hills". Il 1970 è l’anno della svolta: Gimferrer, all’epoca già uno dei poeti più stimati della letteratura spagnola, opta per un cambio radicale tornando alla lingua dell’infanzia, il catalano, per assumerla come unico futuro strumento di espressione. Quell’anno esce infatti la raccolta di impronta "metapoetica" "Els miralls" cui segue, due anni dopo, "Hora foscant", libro dai chiari accenti barocchi, risultato di un’indagine in cui la realtà si presenta come maschera e simulacro e il linguaggio come ponte inaccessibile alla realtà vera. Nel 1973 esce un’altra raccolta, "Foc cec", e quattro anni più tardi con "L’espai desert" (1977) Gimferrer ottiene il premio Josep Carner come miglior libro catalano dell’anno. Sarà poi la volta di volumi di successo come "Aparicions" (1982) e "El vendaval" (1988).
Dopo "La llum" (1991) segue un quinquennio di silenzio prima del ritorno con un poema dal titolo "Mascarada", tra i suoi lavori più riusciti. Infine nel 1996 "El agent provocador e Kenji Mizoguchi" (1998), una sorta di omaggio a tutta la tradizione poetica nipponica, molto apprezzata dal poeta catalano. Dal 1985 è membro della Real Academia Espaňola de la Lengua.
La "Biblioteca del Caffè" è la collezione di letteratura italiana e straniera di Pagliai/Polistampa associata alla rivista letteraria "Caffè Michelangiolo". La sezione che accoglie "Marea solare, marea lunare", intitolata "La fiamma e il cristallo", è esclusivamente dedicata alla poesia contemporanea. Diretta da Mario Graziano Parri, in poco più di cinque anni ha divulgato in Italia numerosi poeti ampiamente affermati nei Paesi di origine, ma poco conosciuti nel nostro, i cui testi sono sempre presentati in versione bilingue. (aise)
Data recensione: 21/03/2006
Testata Giornalistica: AISE
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