chiudi

Non si riusciva ad avere alcun tipo di informazione, e il corrispondente de “Le Monde” Henry Fesquet capeggiò una “vera e propria rivolta”.

Non si riusciva ad avere alcun tipo di informazione, e il corrispondente de “Le Monde” Henry Fesquet capeggiò una “vera e propria rivolta”. Risultato, “qualche piccola concessione ma assolutamente insufficiente”. Bastò invece che Paolo VI, eletto da 6 giorni, promettesse “più informazione” sui lavori del Concilio Vaticano II, perché nascessero “decine di centri stampa sotterranei di informazione alternativa”. Lo racconta Bruno Bartoloni, per 45 anni vaticanista della Agence France Presse, cresciuto non solo in casa sua ma tra il Vaticano e le ville pontificie, sulle orme del papà Giulio, tra gli antesignani della informazione vaticana. Il clima della informazione sul Concilio, con aneddoti sui vari gruppi linguistici organizzatisi per raccogliere notizie, da germanofoni a Santa Maria dell’Anima a i vari gruppi nelle “catacombe, cioè scantinati e librerie vicino a via della Conciliazione” è soltanto uno degli elementi di “Le orecchie del Vaticano”, (Mauro Pagliai editore, 252 pag., 18 euro), ultima fatica di Bartoloni, un libro a doppio registro, in cui gli episodi vaticani si intrecciano con la storia di tre generazioni della sua famiglia, di cultura ebraica, con molti membri inghiottiti dall’Olocausto. Un libro felice per scrittura, grazie anche all’idea di intrecciare la storia familiare, la Storia con la “s” maiuscola, e le storie del piccolo mondo vaticano, con tic, vizi, curiosità. Bartoloni è un personaggio nel mondo dell’informazione vaticana, da quando sotto le finestre di Castelgandolfo, ragazzino in calzoncini corti, accompagnava con giornalisti adulti l’approssimarsi della fine di Pio XII, passando per l’attraversamento di Roma sul predellino della macchina di Giovanni XXIII, una intervista telefonica a Giovanni Paolo I appena eletto e il furto di un paio di sci a Giovanni Paolo II, e via di seguito, fino ai giorni nostri, una miniera di racconti, aneddoti, commenti e sagacia. Per chi già apprezza e conosce Bartoloni come collega esperto e arguto, in queste pagine è il racconto della storia familiare a lasciare il segno più profondo, e muovere l’affetto. È dalla lettura di quelle pagine che emergono tutte le anime di Bruno Bartoloni, scanzonata e profonda, ironica, non cinica.
Data recensione: 20/06/2012
Testata Giornalistica: Ansa
Autore: ––