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Torna finalmente sugli scaffali delle librerie un’opera introvabile persino sulle bancarelle di volumi usati. È l’avvincente autobiografia di Gualtieri di San Lazzaro, editore, scrittore, gallerista e critico d’arte in quella Parigi del primo Novecento

Torna finalmente sugli scaffali delle librerie un’opera introvabile persino sulle bancarelle di volumi usati. È l’avvincente autobiografia di Gualtieri di San Lazzaro, editore, scrittore, gallerista e critico d’arte in quella Parigi del primo Novecento, autentica capitale mondiale della cultura e dell’arte. L’attuale versione, sapientemente curata da un giovane e promettente studioso, Luca Pietro Nicoletti, per incarico dell’editore Mauro Pagliai, ricalca rigorosamente la traccia delle prime due uscite – Garzanti (1948), Mondadori (1966) – del racconto intitolato Parigi era viva. Silvio, il protagonista, è l’alter ego dello scrittore, siciliano di nascita, che fu amico e frequentatore, per quasi cinquant’anni, di molte celebrità di quel tempo, quali Picasso, Matisse, Kandinsky, Mirò e de Chirico. La lettura, ovunque coinvolgente, in particolar modo nella descrizione di una moltitudine di preziosi aneddoti, scolpisce efficacemente lo scenario, anche romantico, di una irripetibile stagione dell’arte e del pensiero: sullo sfondo, la suggestiva ribalta di una Montparnasse leggendaria, ove anni prima si era accesa e prematuramente spenta la stella di Amedeo Modigliani.
Insieme ai caratteri, sagacemente delineati, dei grandi mattatori dell’epoca – Picasso, Matisse e Kandinsky -, quelli, ai più meno noti, dei mercanti che ne fecero le fortune commerciali: Zborowski, Guillame, Rosemberg, Vollard, con il primo, il mitico «Zbo» che – scrive Gualtieri di San Lazzaro - «era fra loro come il Messia fra i trafficanti del Tempio» (pag. 50). Già vincitore nel 1949 dell’allora prestigioso Premio Bagutta, il libro offre anche un prezioso contributo di verità su due personaggi controversi: Soutine e Utrillo. Due «maledetti», riabilitati dalla struggente poesia al fondo delle loro anime dolenti. Un documento, dunque, che verrebbe da definire fondamentale per ricercatori, addetti ai lavori e appassionati, desiderosi di conoscere – da un testimone lucido e diretto – fatti e protagonisti quando «Parigi era viva». Il messaggio che si è tentato di stampare è protetto con Information Rights Management. Il mittente non ha fornito i diritti i diritti necessari per stampare il messaggio.
Data recensione: 21/01/2012
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Giovanni Faccenda