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Roma - (Adnkronos) - Attraverso lo studio meticoloso dei documenti d’archivio e dell’iconografia coeva, Roberta Orsi Landini ha ricostruito il guardaroba del primo granduca di Toscana

Lo studio pubblicato con il titolo ‘Moda a Firenze 1540-1580. Lo stile di Cosimo I de’ Medici’
Roma - (Adnkronos) - Attraverso lo studio meticoloso dei documenti d’archivio e dell’iconografia coeva, Roberta Orsi Landini ha ricostruito il guardaroba del primo granduca di Toscana. Gli abiti di Cosimo I de’ Medici, primo granduca di Toscana, erano severi, confezionati con le lane e con le sete sulla cui produzione si reggeva l’economia della città di Firenze. Mai eccessive erano le guarnizioni in oro, fuorché nelle apparizioni ufficiali, dove la sua persona doveva testimoniare la potenza e la ricchezza dello stato e lo sfarzo non poteva mai essere eccessivo.
Sono questi alcuni risultati di una ricerca pluriennale della storica del costume Roberta Orsi Landini, autrice del più completo studio mai pubblicato sulla moda maschile nella Firenze del Cinquecento, dal titolo “Moda a Firenze 1540-1580. Lo stile di Cosimo I de’ Medici” (Mauro Pagliai Editore, pagine 320, euro 77).
Regnante dal 1537 di uno stato che egli stesso aveva rafforzato e imposto sulla scena politica e culturale internazionale, Cosimo I de’ Medici non cambiò il modo di abbigliarsi dei fiorentini, sottolinea Orsini Landini, che lavora da trent’anni alle collezioni tessili e di costumi di Palazzo Pitti. Il granduca indicò però ai suoi successori il criterio cui dovevano attenersi e il modello che dovevano impersonare. La sobrietà e la misura, che erano la cifra del suo stile, erano le virtù che i sudditi apprezzavano maggiormente in un sovrano. Cosimo, sposato Eleonora di Toledo, figlia del viceré di Napoli, amava le arti e le lettere, che promuoveva riunendo intorno a sé gli ingegni più alti del suo tempo; abbellì il Palazzo della Signoria, sede del governo dello stato e sua residenza per circa vent’anni, con ristrutturazioni, cicli di affreschi, opere d’arte e manufatti degli artigiani più prestigiosi.
Ma il suo stile di vita rimase improntato alla modestia: la sua corte sembrava adeguata alle dimensioni ridotte del suo stato; viveva come un ‘pater familias’, e come tale voleva essere percepito dai suoi sudditi. Attraverso il suo abbigliamento Cosimo usava la sua immagine con piena consapevolezza dei fini politici che si proponeva: non doveva offendere la sensibilità dei suoi concittadini seguendo mode straniere o fugaci, ma adottare lo stile tradizionale della città, improntato alla sobrietà e alla serietà propria dei mercanti e dei banchieri, cui si doveva la grandezza di Firenze.
Attraverso lo studio meticoloso dei documenti d’archivio e dell’iconografia coeva, Roberta Orsi Landini ha ricostruito il guardaroba di Cosimo I de’ Medici, dagli abiti di uso quotidiano alle vesti da cerimonia, passando per calzature e accessori. La studiosa ha preso in esame cappe, giubbe, calzari e pianelle, guanti e perfino bottoni.
L’analisi di ogni capo comprende note sulla sua provenienza, sulla fattura, sul tipo e sulla quantità di stoffa necessari alla fabbricazione, oltre a un attento esame delle decorazioni. La ricerca sulle fonti documentarie, molte delle quali inedite, sui dipinti e sugli abiti dell’epoca, ha permesso non soltanto di fornire un ritratto a tutto tondo e per molti versi innovativo del granduca di Toscana, ma soprattutto di offrire un panorama esaustivo dell’evoluzione della moda e del gusto nella Firenze rinascimentale. Lo studio di Orsi Landini rivela aspetti poco conosciuti dell’abbigliamento cinquecentesco e non mancano vere e proprie scoperte, come l’uso a scopo sanitario del martingala, elemento ritrovato nelle calze funerarie del granduca. Il glossario con i nomi degli indumenti, un elenco dei manifattori conosciuti e le tavole che riportano giorno per giorno tutti gli abiti fabbricati nella corte fiorentina, completano un’opera ricca di spunti sia per gli studiosi che per gli appassionati, destinata a divenire una fonte insostituibile nella storia della moda.
Data recensione: 23/10/2011
Testata Giornalistica: Adnkronos
Autore: ––