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È lecito diffidare delle mostre a tema che in genere scelgono qualche spunto alla moda, considerato intrigante, attorno a cui diventa facile accumulare

In mostra a Firenze dipinti e incisioni ispirati alla prima guerra mondiale. A confronto con lutti e sofferenze anche gli artisti più fatui e conformisti si mostrano capaci di inedite accensioni espressioniste

È lecito diffidare delle mostre a tema che in genere scelgono qualche spunto alla moda, considerato intrigante, attorno a cui diventa facile accumulare una serie di capolavori reperiti come capita capita, senza un preciso filo conduttore di coerenza stilistica. Ma certo non è questo il caso della Grande Guerra, evento cruciale che morse a fondo nell’animo degli Italiani, determinando drammatiche spaccature perfino all’interno della Sinistra, divisa tra una fazione interventista e una neutralista. Si trattò comunque di un avvenimento profondamente popolare, di fronte a cui nessuno poteva chiamarsi fuori, e ormai appare chiaro che, pur nel sangue e nel fango, funzionò da crogiuolo per promuovere la causa dell’unità nazionale. L’«umile fante» vi giungeva ancora immerso in parlate dialettali, ma là concepiva un primo barlume di coscienza di classe. Bene ha fatto dunque il Museo Marini di Firenze a offrire una gremita rassegna di opere palpitanti, commoventi, (a cura di Nadia Marchioni, fino al 25 marzo, cat. Pagliai Polistampa).
Data recensione: 12/02/2006
Testata Giornalistica: L’Unità
Autore: Renato Barilli