chiudi

«L’usignolo di provincia» vola in bicicletta fino a farsi male contro un muro prima di diventare più grande. È un ragazzino di nome Spartaco che nel romanzo di Angelo Australi pubblicato da Mauro Pagliai Editore si fa voce di una comunità di provincia, ne

«L’usignolo di provincia» vola in bicicletta fino a farsi male contro un muro prima di diventare più grande. È un ragazzino di nome Spartaco che nel romanzo di Angelo Australi pubblicato da Mauro Pagliai Editore si fa voce di una comunità di provincia, nel Valdarno, in un paese che vive il dopoguerra e il boom economico tra speranza e disincanto, nel passaggio dalla radio alla televisione, dall’infanzia di un mondo in cui la voce dei grandi è tutto all’adolescenza in cui si riconoscono meglio le voci di dentro. L’infrangersi contro un muro di Spartaco, così come capita a qualsiasi bambino giocando, qui assunto in chiave di metafora, non cancella la voce di quella comunità familiare e paesana, apparentemente dissonante, di cui il protagonista si fa interprete, scoprendo intrecci amari della vita ma anche il calore che li dissipa e restituisce un senso a quei volti, a quelle storie che Australi racconta. «L’usignolo di provincia» non smette di cantare perché non vuole rinunciarci. È un punto che torna nella narrativa di Australi. Ne è esempio il racconto «Amare e/o lavorare, in vetreria» pubblicato sul n° 89-90 della rivista «L’Area di Broca»: «Il lavoro, timbrata la cartolina all’uscita, lo lasciavo lì e pensavo a tante altre cose belle, e quando era il momento di tornarci era stupendo anche quello».
Data recensione: 03/04/2011
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: Michele Brancale