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È passata dai testi di diritto ad un romanzo dal forte sapore autobiografico. Più di trecento pagine per “Martina va alla guerra”, dove Antonella Manzione, comandante vicario dei vigili urbani di Firenze, veste i panni di una donna, Martina

È passata dai testi di diritto ad un romanzo dal forte sapore autobiografico. Più di trecento pagine per “Martina va alla guerra”, dove Antonella Manzione, comandante vicario dei vigili urbani di Firenze, veste i panni di una donna, Martina, che al vertice della sua carriera si ritrova a fare i conti con la realtà del mobbing. Quasi impossibile, scorrendo i trascorsi della Manzione, laureata in giurisprudenza ed avvocato, comandante a Seravezza, Pietrasanta, Verona, Livorno e Lucca, autrice di pubblicazioni sulle funzioni della polizia municipale, non accostare il richiamo del tema del mobbing alla vicenda che la vide protagonista nel 2002 quando gli scontri con l’ex sindaco di Pietrasanta Massimo Mallegni la portarono al suo allontanamento dalla città con strascichi processuali tutt’ora in corso. In questo suo primo romanzo (Mauro Pagliai editore) Antonella Manzione “gioca”’ durante la presentazione nella sale delle Terme Excelsior fra «l’invenzione e il realmente accaduto».
«Martina è una donna – commenta l’autrice – che alla fine vuole continuare a credere e a lottare per la giustizia, senza aspettare di ricevere una conferma da un giudice terreno». Ad accogliere la Manzione, oltre la comandante dei vigili di Montecatini Michela Cupini, il dottor Massimo Ancillotti, i vertici delle Terme, una nutrita rappresentanza di vigili urbani della provincia e i rappresentanti della Cgl, Cisl, Uil (finanziatori dell’immancabile buffet). Fra i relatori se si parla di giustizia non manca il parere esperto del giudice del lavoro Monica Jacqueline Magi.
«Il titolo di questo romanzo richiama nettamente la sensazione di chi subisce il mobbing – aggiunge Monica Magi – che ogni mattina quando si alza non va al lavoro, ma va alla guerra. Purtroppo non esiste ancora una norma penale corrispondente. Noi giudici riconoscendo il danno biologico ed esistenziale dobbiamo adattare la legge». Il mobbing sembra riguardare sempre più il mondo femminile.
«Non è un saggio giuridico – aggiunge Manzione – è logico che in ogni romanzo vada a finire un bel po’ di chi lo scrive, da piccola volevo fare la scrittrice, poi mi sono ritrovata ad indossare la divisa. Martina è una donna che salendo nella carriera deve affrontare conseguenze anche non troppo piacevoli. La salverà l’amore per la figlia ed una profonda fede». 
Data recensione: 30/01/2011
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: Simona Peselli