chiudi

Odoardo Beccari (Firenze 1843-1920) fu esploratore, naturalista e botanico, conobbe Charles Darwin, James Brooke, il Rajah di Sarawak in Malesia, si beccò la malaria, e ancora viaggiò in Tasmania, Etiopia, Nuova Guinea e in tante altre parti dell’Estremo

Ne “I due viaggiatori” di Ciampi il confronto tra lo scrittore e l’esploratore
Odoardo Beccari (Firenze 1843-1920) fu esploratore, naturalista e botanico, conobbe Charles Darwin, James Brooke, il Rajah di Sarawak in Malesia, si beccò la malaria, e ancora viaggiò in Tasmania, Etiopia, Nuova Guinea e in tante altre parti dell’Estremo Oriente. A parte gli specialisti forse non molti si ricorderebbero di lui e del suo caratteraccio toscano, se adesso un altro toscano, il giornalista Paolo Ciampi non lo affiancasse a un suo coetaneo ben più noto, Emilio Salgari. Cosa li unisce? Niente, a parte il fatto che Salgari si ispirò proprio ai resoconti di Beccari sulla Malesia per ambientare le storie di Sandokan e dei pirati malesi. Questa storia Ciampi l’aveva già raccontata nel suo precedente “Gli occhi di Salgari”, un biografia di Beccari. Ora in “I due viaggiatori” (Mauro Pagliai Editore, pagg. 183, euro 12) Ciampi fa un passo avanti e va, come si legge nel sottotitolo, “Alla scoperta del mondo con Odardo Beccari ed Emilio Salgari” . Un po’ reportage, un po’ biografia, un po’ saggio letterario il libro di Ciampi, pubblicato nell’originale collana delle “non guide” (caratterizzata da volumetti di forma pentagonale) è un partecipato e appassionante racconto su due modi di viaggiare e di concepire il viaggio: il viaggio “vero” e il viaggio di fantasia. Ecco l’esploratore e lo scrittore a confronto, lo scienziato e l’inventore di storie, in un viaggio dove, già dall’inizio, i ruoli si confondono: “Leggo Odoardo – scrive Ciampi – e mi sembra letteratura. Leggo Emilio e mi sembra scienza”. Alla fine, ci dice l’autore, ciò che muove tanto l’esploratore quanto lo scrittore è il sogno, o meglio il bisogno di raggiungere mondi possibili. E non c’è da stupirsi se Ciampi, una volta terminato il suo viaggio arrivi a una meta che è, di nuovo, un punto di partenza: in realtà Sandokan “era Emilio. Era Odoardo. Ero io”.
Data recensione: 25/02/2011
Testata Giornalistica: Il Piccolo
Autore: Pietro Spirito