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Che noia può dare un uomo che prega? Con queste parole, citando la frase di un prete, il sindaco Matteo Renzi aveva cercato di arginare le polemiche infinite sulla costruzione di una moschea a Firenze. Ma adesso, seppur non direttamente

Che noia può dare un uomo che prega? Con queste parole, citando la frase di un prete, il sindaco Matteo Renzi aveva cercato di arginare le polemiche infinite sulla costruzione di una moschea a Firenze. Ma adesso, seppur non direttamente, c’è un libro che consente di prendere una posizione equilibrata e tollerante sulla questione. Lo ha scritto Marco Vichi, noto autore fiorentino.  A Palazzo Bastogi per la presentazione, con Vichi e con il consigliere regionale Enzo Brogi a coordinare, c’erano anche l’Imam di Firenze Izzedin Elzir, il rappresentante della Comunità Ebraica Renzo Bandinelli, e don Giovanni Momigli, direttore dell’ufficio pastorale sociale della Diocesi fiorentina. A conferma che, soprattutto per chi abbraccia la fede, il viaggio nei luoghi di culto non dovrebbe avere confini ideologici ma abbattere le barriere del pregiudizio.  Questo ha fatto Marco Vichi, girando ben trentadue luoghi di culto, guidato dalla voglia di raccontare l’anima della sua città. L’anima di Firenze e dintorni: dalla pieve di campagna alla sinagoga, il viaggio è nato all’inizio come rubrica su un quotidiano, poi è diventato il volume “Pellegrinaggio in città” (pag.217, euro 12), prima uscita della collana ‘Le non guide’ di Mauro Pagliai Editore, dalla particolare sagoma pentagonale.  «La penna di Marco Vichi fa arrivare il lettore alla storia, non solo nei suoi gialli e romanzi, ma anche in questa particolare guida ai luoghi di culto - ha sottolineato il consigliere regionale Enzo Brogi - dove tante voci raccontano il cammino di comunità diverse e nello stesso tempo straordinariamente simili nella loro ricerca di soprannaturale».  Questa è la chiave: la similitudine, la somiglianza, le parole comunione, comunità e amore che sono l’esatto contrario del fanatismo e dell’intolleranza. Marco Vichi ha visitato la parrocchia dove la messa è ancora officiata in latino e quella dove l’omelia è una specie di assemblea accompagnata dalla chitarra elettrica; i luoghi di culto dei cattolici e dei luterani, degli episcopali e dei metodisti, degli ebrei e dei musulmani, e ha conosciuto coreani, ucraini, greci ortodossi e naturalmente arabi e israeliani. Perché c’è la sinagoga e c’è la moschea. O meglio, forse ci sarà.  «Vichi ha visitato e raccontato tanti luoghi di fede, ma non ha potuto viaggiare da pellegrino in una moschea - ha affermato Enzo Brogi - se non avvicinandosi a quel luogo-non luogo, vicino al mercato di S. Ambrogio, dove i musulmani si ritrovano per pregare». Da qui la contemporaneità del volume, che interviene in un dibattito forte, bruciante, con il capogruppo provinciale della Lega Nord che confonde le acque e per contrastare la costruzione di una moschea a Firenze tira fuori la vicenda di Sakineh condannata alla lapidazione in Iran, mentre il presidente della Regione Enrico Rossi ha replicato che il diritto ad avere un luogo di culto, nel rispetto della legalità, è sancito dalla costituzione. Va da sé che in Italia nessuna donna potrebbe venire lapidata.  Nel mondo variegato delle fedi religiose, nessuna della quali è mai riuscita ad evitare del tutto il cancro del fanatismo, Marco Vichi si è però tuffato con la curiosità dello scrittore che vuole conoscere la vita per poi raccontarla.
Data recensione: 22/09/2010
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: ––