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Sandro Penna (Perugia, 1906-Roma, 1977) è stato un grande poeta italiano, purtroppo poco conosciuto. Le sue poesie vibrano di vita e di passione e forse proprio questo è stato uno dei motivi che ha portato la critica a dimenticare il poeta perugino. Lo st

Sandro Penna (Perugia, 1906-Roma, 1977) è stato un grande poeta italiano, purtroppo poco conosciuto. Le sue poesie vibrano di vita e di passione e forse proprio questo è stato uno dei motivi che ha portato la critica a dimenticare il poeta perugino. Lo studio di Elena Gurrieri viene ora a colmare una lacuna. E le siamo grati. Mi avevano lasciato solonella campagna, sottola pioggia fina, solo.Mi guardavano mutimeravigliatii nudi pioppi: soffrivanodella mia pena: penadi non saper chiaramente… E la terra bagnatae i neri altissimi montitacevano vinti. Sembravache un dio cattivoavesse con un sol gestotutto pietrificato. E la pioggia lavava quelle pietre. In Quel che resta del sogno. Sandro Penna, dieci studi (1989-2009), Elena Gurrieri scava nella vita e nella poetica di Sandro Penna e ci consegna un lavoro critico robusto ed encomiabile. Attraverso lo studio delle poesie, delle lettere, delle prose la studiosa toscana fa emergere il tutto tondo di questo poeta. Per i bibliomani/bibliografi come me segnalo, in particolare il saggio Prime stampe delle poesie di Sandro Penna in cui l’autrice presenta una serie di schede bibliografiche degli scritti di Penna che aiutano meglio a valutarne la grandezza. Interessantissimo l’ultimo saggio – che, a mo’ di inclusione, ha lo stesso titolo del libro, in cui la Gurreri analizza l’ultimo Penna e ne deduce che L’ultimo Penna [è] stato ancor più, se possibile, immerso in una dimensione onirica della vita divenuta per lui una condizione esistenziale omnicomprensiva, nella quale l’artista e l’uomo si cullano, si perdono ma, nello stesso tempo, si rivelano. In verità, più stanco, malato e indigente di prima, Sandro Penna sembra trovare nel talismano del sogno un farmaco (uno psico-farmaco) che lo anestetizza da tutte le sofferenze e lo mantiene tuttavia confusamente in vita. Oltre alla bellezza e profondità dei dieci saggi, è da notare la bellezza e la cura dell’edizione, che rende questo libro una tappa obbligatoria e fondamentale per chiunque voglia avvicinarsi al grande poeta Sandro Penna. Ecco, fanciullo, io ti ho portato a questoluogo selvaggio, a notte, per che fare?Non so. Non posso soffocare io questoamore della vita. E sotto è il mare. Lo varcherò. Conoscerò le gentipiù disparate. Vedrò quanto è bellala vita negli occhi di chi haquindici anni fanciullo, come te. 
Data recensione: 08/07/2010
Testata Giornalistica: Booksblog.it
Autore: Roberto Russo