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Osservare, parlare coi fedeli, fotografare, poi immergersi nelle sensazioni che la giornata aveva offerto. E scrivere. Per un anno Marco Vichi ha passato i suoi fine settimana in pellegrinaggio a Firenze, tra riti valdesi, cattolici, ortodossie quelli a n

In un volume tutti gli articoli dello scrittore per il “Corriere Fiorentino” sui luoghi delle religioni.
Marco Vichi: “Ho scoperto un mondo ricco e sconosciuto” Osservare, parlare coi fedeli, fotografare, poi immergersi nelle sensazioni che la giornata aveva offerto. E scrivere. Per un anno Marco Vichi ha passato i suoi fine settimana in pellegrinaggio a Firenze, tra riti valdesi, cattolici, ortodossie quelli a noi più conosciuti, tra periferia e centro cittadino. Storie di comunità diverse, fedi diverse, che settimanalmente sono state raccontate sulle pagine del Corriere Fiorentino il “giorno dell’anima”. Oggi i trentadue articoli sono stati raccolti in un libro Pellegrinaggio in città. Uno scrittore racconta il suo viaggio nell’anima di Firenze, pubblicato da Mauro Pagliai Editore. Sulla copertina il disegno di Francesco Chiacchio è un po’ il tratto simbolico di ciò che vogliono rappresentare le parole all’interno: un edificio non identificato, un uomo indirizzato alla sua entrata, il cammino.“Io non conosco che una Chiesa. È la società degli uomini” scriveva Jean Paul Sartre. Con questo spirito Marco Vichi ha interpretato la proposta di pellegrinaggio nei luoghi di culto fiorentini che, nel gennaio 2008, gli fece Paolo Emini, direttore del Corriere Fiorentino. “Accettai con entusiasmo, soprattutto considerando il principio: raccontare Firenze ai fiorentini”. Scrive Vichi nell’introduzione. Così s’incamminò e per settimane incontrò uomini di chiesa, comunità, fedeli. Una società di uomini che seguono la fede secondo le loro consuetudini e i loro riti. “Da fiorentino ho scoperto tante realtà che fino a quel momento mi erano sconosciute: In Piazza San Simone esiste una chiesa in cui si celebra la messa cattolica di rito orientale;nella chiesa in via Mannelli si officia la messa per i bambini; in piazza dei Ciompi esiste la moschea e in via Micheli si celebra il culto metodista-coreano”, racconta lo scrittore. “Un’umanità diversa che mi ha permesso di osservare mondi altrimenti sconosciuti e che mi hanno arricchito, come scrittore e come uomo”. Una guida insolita (non ha caso l’editore Pagliai l’ha inserita nella collana “le non guide”) che ha tratteggiato con estrema cura anche alcuni personaggi che nel territorio fiorentino guidano con umiltà i fedeli. “Quello che mi ha più impressionato nel visitare questi luoghi è stata la personalità di alcune guide spirituali, soprattutto nel mondo cattolico. Più queste erano vicine ai dettami del Vangelo, e stavano in mezzo alla gente, più la comunità si stringeva intorno a loro. Queste prima di essere preti sono persone e come tali vengono amate e rispettate”. Nei ricordi e nelle pagine di Marco Vichi si legge di Don Santoro, prima del richiamo della Curia (“un prete senza chiesa”come lo definisce l’autore, per le sue celebrazioni fuori dall’edificio ecclesiastico), di Don Momigli, della comunità di San Donnino a Campi (descritto nel libro come un “uomo pieno di energia”), o del parroco don Giacomo Stinghi, che “ha 73 anni ma non li dimostra”. Figure che sono raccontate nel momento dell’omelia, quando senza un canovaccio “riescono a toccare il cuore della gente, con parole semplici”, dice il Vichi. “Ricordo ancora quando uno di loro lesse una poesia durante la celebrazione di un funerale. Sapeva che in quell’occasione, in chiesa, non erano presenti solo i fedeli ma anche chi in quel luogo non c’era mai entrato”. E nel raccontarlo lo scrittore fiorentino mette l’accento sulla parola rispetto. “Nei luoghi descritti dagli articoli prima e nel libro oggi, esistono persone che hanno un grande rispetto per le persone che non hanno fede o hanno altri culti. Mi ricordo come il Rabbino Capo di Firenze, durante la mia visita alla moschea, mi indicò i tetti delle abitazioni nel lato opposto della piazza e mi disse: “dietro quelle case c’è la sinagoga, vada anche lì, troverà una grande pace”. Possiamo utilizzare Pellegrinaggio in città come guida, leggerla come una raccolta di racconti, assaporarne la scrittura, ma ciò che più colpisce è la realtà delle comunità che vivono a Firenze. È un’ umanità silenziosa quella decritta da Vichi, che vive sostenendo i pilastri alla base della nostra società, che racconta Firenze ai fiorentini.
Data recensione: 20/05/2010
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Gabriele Ametrano