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questo il suggestivo titolo della mostra che il Museo del Bargello di Firenze ha dedicato al suo primo direttore. Nello spazio espositivo che da alcuni anni l’importante istituzione dedica ad iniziative particolari

È questo il suggestivo titolo della mostra che il Museo del Bargello di Firenze ha dedicato al suo primo direttore. Nello spazio espositivo che da alcuni anni l’importante istituzione dedica ad iniziative particolari legate al suo patrimonio e alla sua storia, questa per Igino Benvenuto Supino non solo ne ricorda la preziosa attività collegata al Museo, ma fornisce alcuni accenni e interessanti rimandi alla personalità assai complessa di questo artista e storico dell’ arte, nato a Pisa nel 1858 e morto a Bologna nel 1940. La sala infatti ospita materiali vari, dalle prime prove artistiche del giovane Igino ai ritratti e le caricature nate dalla sua penna o da quella degli amici fiorentini. La ricchezza di questa iniziativa e la sua originalità sta nell’aver affidato la ricostruzione della personalità di Supino non soltanto ai preziosi e in parte sconosciuti oggetti visivi e grafici, ma anche a due strumenti che sono complementari alla visita della mostra: l’uno più tradizionale, il catalogo, l’altro meno comune ma molto funzionale, un DVD prodotto per l’occasione che percorre i luoghi cari allo studioso. Curato da Beatrice Paolozzi Strozzi e Silvio Balloni per i tipi dell’Editore Mauro Pagliai, il volume affianca ad alcuni importanti saggi critici, piacevolmente situati all’inizio e alla fine del libro, l’itinerario dell’esposizione scandito in tappe precise, tappe che la bella grafica del catalogo rende di facile lettura.Ci si addentra così nel periodo della formazione accademica, dell’amicizia con Plinio Nomellini e Vittorio Corcos, della vivace partecipazione alla vita studentesca che vede l’ideazione di un balletto in costume, Odior, in cui recita in tutù Supina Iginelli, immortalata in gustosi disegni e fotografie.
Dopo questi tempi spensierati ma allo stesso tempo impegnati alla ricerca di un proprio stile pittorico, Supino dal 1891inizia il percorso accademico, ritornando a Pisa dove lo attendono i primi incarichi ufficiali nel museo civico della città. Sempre seguito dalle caricature gustose degli amici che lo immortalano nella sua nuova veste di studioso, Igino approda al Bargello: in questa sezione una bellissima serie di fotografie in bianco e nero ci avvicinano al museo “come era”, un affascinante ritorno al passato per il visitatore di oggi.
Con il trasferimento di Supino alla Università di Bologna presso l’Istituto di Storia dell’Arte, lo studioso si dedica completamente all’insegnamentoesperimentando un proprio metodo didattico che renderà assai innovativi i suoi corsi, frequentati da allievi poi diventati celebri, come Giuseppe Fiocco e Rodolfo Pallucchini. Nel capoluogo emiliano si conclude anche l’esistenza di Igino Benvenuto Supino che, allontanato dall’Università per le leggi razziali, muore senza avere concluso la pubblicazione del volume dedicato alle chiese della città. L’iniziativa del Museo del Bargellonon solo ha avuto il merito di avere approfondito differenti aspetti della personalità dello storico dell’arte, ma di avere offerto uno squarcio sulla vita culturale e artistica italiana tra Ottocento e Novecento.
Data recensione: 01/07/2010
Testata Giornalistica: Bulletin de l’Association des Historiens de l’Art italien
Autore: Rossella Todros