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Artista, funzionario di museo, studioso e docente universitario. Igino Benvenuto Supino aveva una personalità così poliedrica da instaurare rapporti con tutte le più eminenti personalità della cultura tra la fine dell’Ottocento e la Seconda Guerra Mondial

Artista, funzionario di museo, studioso e docente universitario. Igino Benvenuto Supino aveva una personalità così poliedrica da instaurare rapporti con tutte le più eminenti personalità della cultura tra la fine dell’Ottocento e la Seconda Guerra Mondiale: da Pascoli al Carducci, da Corrado Ricci a Wilhelm von Bode, e ancora Adolfo Venturi, Marcel Reymond, Gabriele D’Annunzio, Giovanni Fattori, Vittorio Corcos. Ma per Firenze – lui che era nato a Pisa – Supino fu soprattutto il primo direttore del Museo nazionale del Bargello, colui che ne ha delineato l’anima con i primi allestimenti organici e sistematici. A questo intellettuale a tutto tondo è dedicata la mostra aperta ieri al Bargello dal titolo «Il metodo e il talento. Igino Benvenuto Supino, primo Direttore del Bargello (1896-1906)». Curata da Beatrice Paolozzi Strozzi, con la collaborazione di Silvio Balloni e Ilaria Ciseri, l’esposizione proporre la storia del periodo di formazione del Museo del Bargello, alla fine del XIX secolo, attraverso la figura del suo primo direttore: «Fu un grande storico dell’arte –spiega Paolozzi Strozzi –, ma anche pittore, museografo di fama internazionale, collezionista, oltre che fondatore dell’Istituto di Storia dell’arte dell’Università di Bologna». Fino al 6 giugno.
Data recensione: 05/03/2010
Testata Giornalistica: La Nazione
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