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Venerdì 10 settembre u.s. la scrittrice è stata a Marettimo, invitata dall’Associazione C.S.R.T. per presentare presso “Il Museo del Mare” il suo ultimo romanzo “Il giardino delle esperidi” (edito da Pagliai Editore) interamente ambientato in Sicilia

Un’appassionante storia d’amore, sullo sfondo di una Marettimo impervia e solitaria
Venerdì 10 settembre u.s. la scrittrice è stata a Marettimo, invitata dall’Associazione C.S.R.T. per presentare presso “Il Museo del Mare” il suo ultimo romanzo “Il giardino delle esperidi” (edito da Pagliai Editore) interamente ambientato in Sicilia e in particolare sull’isola di Marettimo. La storia è quella di Egle, giornalista e unica discendente di un ricco e prestigioso casato di baroni siciliani che ritrova, tra le carte di suo nonno, una lettera e una ciocca di capelli che le aprono uno scenario nuovo e inimmaginabile sulla vita dell’uomo. La donna si mette quindi in cerca di indizi che svelino fatti nascosti riguardanti la famiglia e questo la getterà in un vortice di avvenimenti che la travolgeranno, riportandola indietro nel tempo e trasformando la sua curiosità in una dolorosa ricerca di se stessa. Ed è proprio grazie all’isola di Marettimo, tra panorami mozzafiato e marine di incomparabile bellezza, che Egle riuscirà infine ad accettare il proprio passato, a trovare l’amore e a vivere pienamente la propria esistenza.
Allora Dianora, perché hai ambientato il tuo romanzo proprio nella minuscola isola di Marettimo che, peraltro, non avevi nemmeno mai visitato?
Guarda Vito, precisamente non lo so neanch’io. Premetto che amo moltissimo il sud e il Mediterraneo, forse perché nelle mie vene scorre un buon cinquanta per cento di sangue meridionale: mio padre è fiorentino e mia madre leccese. Oltre a questo però devo dire che cercavo un luogo che andasse al di là dello spazio fisico, ma assumesse piuttosto un valore simbolico e quest’isola selvaggia, impervia e solitaria al centro esatto del Mediterraneo. sulla quale aleggiano miti e leggende, mi sembrò perfetta. Appena conosciuti, tu mi dicesti che forse non ero stata io a scegliere lei, ma lei a scegliere me…chissà…
Quali sono state le tue impressioni quando l’hai vista?
Mi sono sentita veramente in balìa degli elementi della natura, del mare, della montagna, del vento, ma allo stesso tempo in sintonia con tutto l’universo e con me stessa. Un’esperienza indimenticabile, di quelle che si ricordano per sempre, tanto sono intense e forti. Sento ancora il profumo del mare e il vento di maestrale che erano lì, pronti ad accogliermi insieme al calore di tutto un borgo. E pensare che quando sono partita dalla Toscana per conoscere, finalmente, la “mia” isola, tanti e ingarbugliati erano i pensieri che mi frullavano per la mente, soprattutto la paura di rimanere delusa.
E lo sei rimasta?
Assolutamente no! Anzi, l’ho trovata sicuramente più affascinante di come l’avevo immaginata e descritta. E poi l’accoglienza che ho ricevuto è stata splendida e, fin dal primo momento, mi sono sentita come a casa. Ma la cosa veramente strana, mentre passeggiavo per le piccole rughe del borgo o mentre salivo verso il Pianoro di Case Romane, è stata la strana sensazione di sentirmi in un luogo già conosciuto. Davvero a volte si provano cose inspiegabili.

Nel romanzo le atmosfere, i colori, i tempi sono propri di un sud che appartiene al nostro immaginario. Il sud d’Italia ma anche il sud del mondo con le sue atmosfere impregnate di magia. Il giardino delle Esperidi è il magico giardino della memoria e, attraverso questa dell’identità. Un’immagine, un sapore, un profumo ed ecco riaffiorare il ricordo che a quella sensazione è legato. E se in Proust è il profumo delle madeleines, in Dianora Tinti sono il profumo di dopobarba, di tabacco e di pulito a rievocare il ricordo. Il ricordo dell’infanzia che Egle, la protagonista di questo romanzo, ha trascorso in Sicilia, in quella casa paterna immersa nel giardino dai frutti d’oro. Il nonno è la figura iniziatica che accompagna la piccola alla scoperta della vita. Altri uomini giocheranno ruoli importanti nella vita di Egle: Lorenzo, Rossano, Ruggero. Libro di atmosfere e di sentimenti come l’amicizia e l’amore. Anche qui, come nel primo lavoro dell’autrice (Il pizzo dell’aspide è ambientato in Salento) i luoghi sembrano partecipare delle emozioni e dei sentimenti accompagnando la protagonista, come avviene del resto per ognuno di noi.
Data recensione: 01/01/2011
Testata Giornalistica: Il Giornale delle Egadi
Autore: Vito Vaccaro