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“Nel primo numero della rivista letteraria svedese "Horisont" del 1992 avente per tema "Edith Södergran", in occasione del centenario della sua nascita, una nota scrittrice svedese contemporanea intitolava il suo contributo così: ‘Il coraggio di non censu

“Nel primo numero della rivista letteraria svedese "Horisont" del 1992 avente per tema "Edith Södergran", in occasione del centenario della sua nascita, una nota scrittrice svedese contemporanea intitolava il suo contributo così: ‘Il coraggio di non censurare la propria anima’. Chi ha avuto modo di studiare la multiforme produzione poetica della scrittrice finno-svedese, scomparsa a poco più di trent’anni, non può non sottoscrivere il succitato giudizio, pregnante quanto mai nella sua lapidaria semplicità. Che sia stata una donna ad esprimerlo non è strano se si pensa al fascino che la Södergran tuttora esercita sull’animo femminile”(Bruno Argenziano).  Poetessa finlandese di lingua svedese (San Pietroburgo 1892-Raivola, Carelia, 1923), Edith Södergran è la principale rappresentante del modernismo poetico finlandese: staccata dalla vecchia produzione finnosvedese, s’interessò ai simbolisti francesi, agli espressionisti tedeschi e ai futuristi russi e ne assorbì influssi che la portarono a rivoluzionare i mezzi espressivi della poesia svedese della Finlandia realizzando una poesia libera nella struttura e nella scelta dei motivi. Ha influenzato la lirica in lingua svedese fra le due guerre mondiali. Tramite l’uso di vari mezzi stilistici, cantava la bellezza e la ricchezza della vita, alternando visioni di beatitudine ultraterrena a momenti di malinconica rassegnazione, in un personale mondo di immagini. Debuttò nel 1916 con la raccolta Poesie, in versi liberi. Le raccolte centrali (La lira di settembre, 1918; L’altare delle rose, 1919; L’ombra dell’avvenire, 1920) sono caratterizzate da una profonda voglia di vivere alimentata dall’aggravarsi della malattia. L’ultima raccolta, postuma (La terra che non esiste, 1925), rivela però rassegnazione di fronte alla morte. Tra il 1911 ed il 1914 Edith soggiornò in sanatori svizzeri per curare la tisi da cui era stata colpita e qui si avvicinò allo studio della letteratura italiana e di Dante in  particolare.L’antologia appena edita in Italia racchiude quasi cento poesie (versione originale e traduzione italiana di Bruno Argenziano a fronte) tratte dalla multiforme produzione della giovane poetessa nordica. Bruno Argenziano (1931) ha insegnato lingua e letteratura italiana all’Università di Stoccolma e ha eseguito molte importanti traduzioni letterarie tra cui Storia della Svezia di Ingvar Andersson e Teatro da camera di August Strindberg.  Notturno     Ho intonato un canto.   
Venuto non so da dove –   
è scivolato come seta sulle mie corde.   
Che sia dovuto agli sciolti capelli neri della notte?   
O forse ai bianchi tratti sognanti della luna?   
E la notte cantava, cantava   
della solitudine che cullando a tutto dà pace,   
cantava delle sognanti naiadi,   
dei ruscelli senza brusio, del segreto della gora…   
La notte aveva il fiato sospeso –   
una rosa mi si è avvizzita tra le mani –   
e tale la quiete come fosse svanito l’ultimo sospiro   
del tutto.  Il libro di Edith Södergran Notturno ed altre poesie è presentato dal traduttore Bruno Argenziano, alla presenza di Pauli Mäkelä, Ambasciatore di Finlandia e di Anders Bjurner, Ambasciatore di Svezia presso il Centro Culturale Libreria Bibli, Via dei Fienaroli, 28, alle ore 18.00 di giovedì 24 settembre 2009.  
Data recensione: 27/10/2009
Testata Giornalistica: Il Giornale del Lazio
Autore: Gianfranco Nitti