chiudi

La ricerca storica è la premessa per ritrovare non solo le radici della identità della comunità fiorentina, ma anche la spinta per il rilancio di una città che per quasi tre secoli è stata al centro del mondo. La

Presentato lunedì 06 luglio in Piazza della Repubblica a Firenze il romanzo storico del presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini, “L’imperfetto assoluto” Firenze – La ricerca storica è la premessa per ritrovare non solo le radici della identità della comunità fiorentina, ma anche la spinta per il rilancio di una città che per quasi tre secoli è stata al centro del mondo. La presentazione dell’ultimo libro di Riccardo Nencini, presidente del Consiglio regionale della Toscana, si è trasformata ieri sera (lunedì 06 luglio) in piazza della Repubblica, il più antico centro della città, in una riflessione sul futuro di Firenze. 
Protagonisti non solo l’autore de “L’imperfetto assoluto”, una romanzo storico che copre un arco di tempo di 5 anni all’inizio del XIV secolo, ma anche Franco Cardini, medievista e scrittore, e il giovane poeta Federico Berlincioni autore dei sonetti alla maniera del Dolce Stil nuovo inseriti nel testo. Ma lo spunto per guardare ai destini della città era offerto dalla presenza del sindaco neoeletto Matteo Renzi, al quale si sono in più occasioni rivolti i tre oratori. 
Il messaggio principale che Nencini ha voluto dare presentando il volume edito da Mauro Pagliai Editore è il richiamo alla responsabilità dei gestori della cosa pubblica. In anni drammatici della storia fiorentina, che hanno visto tre guerre civili, un rovinoso incendio che ha distrutto 1.500 edifici, l’assedio di Pistoia e quattro guerre in Mugello, c’erano uomini che pensavano in grande: Arnolfo che costruiva il palazzo della Signoria, Giotto che rivoluzionava la pittura, chiamati da governanti che avevano intuito qual era la strada per costruire una città straordinaria. 
“C’era anche la disponibilità di uomini, tutt’altro che impeccabili sul piano morale, ad assumersi le loro responsabilità pur di fare grande la città”, ha detto Nencini. La strada che, dopo quel lustro di sangue e di fuoco, fu percorsa era quella che ha portato i fiorentini, e con loro tutto il mondo occidentale, nella modernità: non solo mercatura o solo finanza, ma anche industria: “Firenze fece scoprire il gusto, offrendo al mercato non solo ciò che è utile per la sopravvivenza, ma anche ciò che piace – ha detto l’autore del libro. - A quel tempo c’erano fra tre e quattromila officine che lavoravano la lana”. 
Concetti ripresi nell’intervento di Franco Cardini: “Il bene e il male sono impastati – ha detto lo storico sintetizzando così il nocciolo del romanzo – e non si può che accettarli insieme”. Un politico deve esserne consapevole, mantenendo tuttavia una ferma dirittura morale, per guidare la comunità verso il futuro. 
Data recensione: 07/07/2009
Testata Giornalistica: Il Parlamento della Toscana
Autore: ––