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Nonostante il ritorno al rispetto dell’ambiente sia urgente, i passi in questa direzione sono lenti, come lo sono verso il rispetto delle persone. Il vociferare dei politici non finisce per incidere sul degrado quotidiano. Su questo si sofferma Emiliano G

Nonostante il ritorno al rispetto dell’ambiente sia urgente, i passi in questa direzione sono lenti, come lo sono verso il rispetto delle persone. Il vociferare dei politici non finisce per incidere sul degrado quotidiano. Su questo si sofferma Emiliano Gucci in “Firenze carogna”, cogliendo per le strade della sua città tutti i segni di un disagio crescente, nel traffico impazzito, nello smog, nei rumori, nei sottopassi imbrattati, nei servizi introvabili, in un costante aumento della prepotenza e crollo della bellezza, al punto che uno non si riconosce più nel proprio ambiente. C’è nostalgia di una città diversa, quella che i turisti vedono nelle cartoline ma che ormai non esiste. Potrebbe essere suggestione, frutto di preoccupazioni filiali, perché in realtà Firenze- come le altre città- è in buona salute? Ma allora sarebbe una salute particolare, frutto della rimozione del pensiero e della riflessione, sostituiti da non valori e da evasioni di superficie. Nella illusione che spetti ai politici cambiare le cose, si dimentica che il cambiamento dipende da ciascuno di noi. Rimane la fiducia nei giovani: “Spera, Firenze, negli occhi e nella voce dei suoi ragazzi più giovani e più svegli, nella loro lotta: una stella che s’infiamma nel buio, perché non può piovere per sempre”.
Data recensione: 24/11/2009
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Marisa Cecchetti