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Dal bianco e nero di una ritualità vuota, al colore di un’effettiva realizzazione del Vangelo. È questo il messaggio più forte tra le molte sequenze toccanti, e profondamente spirituali, contenute in “Oltre il

Gabriele Cecconi, docente e regista, alla sua prima esperienza narrativaDal bianco e nero di una ritualità vuota, al colore di un’effettiva realizzazione del Vangelo. È questo il messaggio più forte tra le molte sequenze toccanti, e profondamente spirituali, contenute in “Oltre il cancello” (Mauro Pagliai Editore, 377 pagine), prima esperienza narrativa di Gabriele Cecconi, docente di Italiano e Storia in una nota scuola pratese e regista di molte apprezzate pellicole, come “Padule, ricordo di una strage” e “Luci nel buio”.L’amore per il cinema dell’autore influenza non poco, da un punto di vista stilistico, questo romanzo di formazione ambientato a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta nel seminario di Prato, dove lo stesso autore ha compiuto una fetta non trascurabile del suo percorso didattico e formativo, prima di uscirne senza prendere i voti.“Non si tratta in alcun modo di un romanzo autobiografico – specifica Cecconi – ma l’aver vissuto in prima persona questa esperienza mi ha fornito molti spunti narrativi”.Il protagonista del racconto è il piccolo Guido, bambino di dieci anni che vuole diventare “sacerdote e santo”. Per lui è naturale l’approdo in seminario, dove la sua storia si intreccia con quella di altre figure, tra le quali spicca l’amico Sandro Giuliani, un predestinato alla beatitudine per il quale Dio, nel suo imperscrutabile silenzio, ha tracciato un disegno diverso.Nel seminario, visto da Guido come il luogo deputato alla realizzazione terrena dei precetti evangelici, il bambino scopre il volto di una Chiesa ancora lontana dal rinnovamento del Concilio Vaticano II, che non aiuta i più deboli e non rispetta l’autodeterminazione dell’uomo, ma si isola nel grigiore di riti e di strutture gerarchiche prive di aderenza alla Buona Novella. “Questo romanzo – specifica Cecconi – non è un atto di accusa nei confronti del Cattolicesimo, ma la storia di un ragazzo che matura, nel corso del tempo, una profonda convinzione: Dio è amore, in ogni sua forma”. Guido, anche grazie agli insegnamenti di Don Milani, si stacca dalle leggi e dalle ferree regole della struttura ecclesiastica, iniziando un problematico incontro-scontro con un Dio spesso “absconditus”, ma vivo e attivo nella quotidianità di ogni uomo. Un Dio, appunto, a colori. Sullo sfondo una Prato industriale, attiva e laboriosa. Una città che non esiste più. È la Prato delle cento ciminiere e dei coniugi Bellandi, definiti concubini e scomunicati. “Questa vicenda, come altre presenti nel libro, mi p servita – fa notare l’autore – per allacciarmi a considerazioni di stringente attualità, per esempi ola discussione sul testamento biologico o il caso Englaro. Oggi, come cinquanta anni fa, la Chiesa cerca di impedire all’uomo di accostarsi a Dio con percorsi che non siano quelli definiti dalle sue gerarchie, ponendo un freno all’autodeterminazione del singolo individuo”.
Brillante ed erudito, Gabriele Cecconi in “Oltre il cancello” permette al lettore di seguire la sequenzialità della vicenda – e la crescita formativa del protagonista – attraverso una tecnica narrativa chiamata “scrittura progressiva”, rendendo più forbito – e “adulto” - il linguaggio di Guido con il passare degli anni. Questo primo romanzo di Cecconi sarà presentato sabato 4 aprile, alle 16.00, nel Salone Consiliare del Palazzo Comunale grazie all’interessamento per l’opera – tutta pratese – dell’assessorato alla Cultura.
Data recensione: 31/03/2009
Testata Giornalistica: Il Nuovo Corriere
Autore: Marco Lamoli