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Torna a Firenze dopo secoli e dopo numerosi passaggi di proprietà, la tavola di «Santa Caterina d’Alessandria» opera di Piero Vannucci detto il Perugino. L’ha ritrovata...

Torna a Firenze dopo secoli e dopo numerosi passaggi di proprietà, la tavola di «Santa Caterina d’Alessandria» opera di Piero Vannucci detto il Perugino. L’ha ritrovata e ricomprata da un collezionista americano l’antiquario fiorentino Fabrizio Moretti, che la esporrà nelle sua galleria in Piazza Ottaviani 17 da domani fino al 10 ottobre. Un ritorno da celebrare, visto che l’opera racconta una delle pagine più importanti della dispersione del patrimonio d’arte fiorentino nell’800. «La tavola di Perugino — precisa Moretti—faceva parte di quella che per secoli è stata la più grande pala d’altare mai realizzata.. La pala era collocata al centro della chiesa della SS. Annunziata ed era originariamente composta da sette dipinti, ancora esistenti e conservati in vari musei». Ecco la ricostruzione: al centro dell’altare era posta l’Annunciazione della Vergine, tavola iniziata da Filippino Lippi e, dopo la sua morte, terminata dal Perugino, opera che si può ammirare alla Galleria dell’Accademia. Intorno, due figure di Santi che sono custodite al Metropolitan Museum di New York, quindi altri due Santi che si trovano al Lindenau Museum di Altenburg, infine un’altra figura è conservata alla Galleria di Palazzo Barberini a Roma.
Moretti racconta il recupero della sua tavola, originariamente posta in lato a sinistra della tavola centrale, avvenuto recentemente, dopo una trattativa durata più di un anno: «La storia della frammentazione della grande pala, è conosciuta e documentata anche da foto, ma nessuno aveva mai visto la tavola della Santa Caterina d’Alessandria. Ho avuto la fortuna di trovare il collezionista americano nelle cui mani era finita dopo varie peregrinazioni. Alla fine dell’800 era stata acquistata da Sir Joseph B. Robinson per farne dono alla figlia, principessa Ida Labia. Quindi nel 1964 era passata in un’asta da Sotheby’s, e da lì ancora un passaggio fino al collezionista americano da cui l’ho ricomprata». Un passaggio contrattato, sicuramente costoso, che riporta a Firenze uno dei pezzi importanti delle pala d’altare, con l’auspicio di una mostra che permetta di ricostruire tutta l’opera nella sua interezza. «L’idea è di trovare uno sponsor disposto a pagare il viaggio degli altri pezzi custoditi nei musei per restituire visibilità a tutta la pala, magari in una mostra all’Accademia» afferma Moretti, sicuro che il progetto possa realizzarsi. Intanto conferma la sua disponibilità, «tanto più — aggiunge — che la tavola della Santa Caterina non è in vendita e resterà nella mia galleria».
In realtà uno spostamento dell’opera è già previsto. Dal 10 ottobre farà da "pendent" ad altre opere di Perugino esposte nella mostra «Perugino a Firenze. Qualità e fortuna di uno stile», che la soprintendenza del Polo museale ha organizzato dall’8 ottobre all’8 gennaio 2006 al Cenacolo del Fuligno, invia Faenza 48 («Perugino a Firenze-Qualità e fortuna di uno stile», ingresso gratuito 10-18). Un omaggio al sommo artista di Città della Pieve, alla sua "Ultima cena" affrescata nel Cenacolo, ai nuovi studi sull’esecuzione dell’affresco a cui avrebbero partecipato anche alcuni allievi dell’ artista, un confronto con altre opere di Perugino provenienti da collezioni pubbliche e private anche straniere, per definire e segnalare un «itinerario peruginesco» in città legato a chiese e musei in cui sono conservati i suoi dipinti e quelli della sua scuola.
L’anteprima spetta alla Galleria Moretti, con la tavola di Santa Caterina, in mostra — in occasione della Biennale internazionale dell’antiquariato tra due giorni al via a Palazzo Corsini — insieme aduna ventina di dipinti antichi raccolti sotto il titolo «Da Allegretto Nuzi a Pietro Perugino». Non solo Perugino, ma anche un "San Giovanni Battista" di Masolino da Panicale, una "Natività di Cristo" del Maestro dell’Annunciazione Spinola, allievo fiorentino di Giotto.
Data recensione: 29/09/2005
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Mara Amorevoli