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Per chi alla lettura preferisce il piacere di sfogliare un libro gustandosi sognanti fotografie in formato gigante, in un volume monumentale dove si cerca di catturare l’aura delle nostre radici. All’insegna di un’epigrafe di Guido

Per chi alla lettura preferisce il piacere di sfogliare un libro gustandosi sognanti fotografie in formato gigante, in un volume monumentale dove si cerca di catturare l’aura delle nostre radici. All’insegna di un’epigrafe di Guido Piovene (“Noi Europei, non c’è dubbio, siamo uomini di memoria, preoccupati di mantenere la nostra continuità personale”), Giovanni Fanelli e Barbara Mazza hanno cercato il dna dell’identità europea scegliendo e confezionando in edizione lussuosa quasi trecento foto d’epoca, in una diacronia che va dalla seconda metà dell’Ottocento ai primi del Novecento, che raffigurano paesaggi perduti di città e campagne europee, ricavate da cartoline postali, stampe stereoscopiche e foto varie, dilettantesche o professionali. Un’irriconoscibile via San Giuseppe di Sanremo che sembra uscita da un presepe, la scalinata della romana Piazza di Spagna, mulini e mercati, spiagge e cascate, la casa di Shakespeare a Stratford-upon-Avon nel 1875, i boschi del Galles e i quartieri poveri di Calais, le barche sul Reno e l’eruzione del Vesuvio del 1872, un venditore di fichi d’india nella Palermo del 1900, l’acropoli di Atene nel 1895 e il Graben di Vienna nel 1899, fucine di fabbri e bambini vetrai veneziani, la Milano del 1860 vista dalla Madonnina del Duomo e la costruzione della metropolitana parigina nel 1899. Virate in seppia con una definizione nitida, non sembrano rappresentare paesaggi reali, ma serbano intatta la magia di suggestive visioni fantastiche. Tutte vincono la scommessa di catturare l’aura del tempo: concepite per fissare la memoria dei luoghi, quasi un parallelo figurativo dei libri di viaggio di Goethe o Montaigne, e coglierne l’anima.
Data recensione: 18/04/2009
Testata Giornalistica: Il Domenicale
Autore: Fabio Canessa