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Firenze, città che è culla dell’arte per antonomasia, rende omaggio al Perugino a conclusione delle mostre peruginesche in Umbria. Ieri si è infatti inaugurata, presso...

Firenze, città che è culla dell’arte per antonomasia, rende omaggio al Perugino a conclusione delle mostre peruginesche in Umbria. Ieri si è infatti inaugurata, presso il Cenacolo del Fuligno di via Faenza 40, la mostra "Perugino a Firenze Qualità e fortuna di unpo stile" ovvero 52 opere del pittore e dei suoi seguaci, provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche e private, italiane ed estere: dalla Galleria degli Uffizi al British Museum, al Fitzwilliam di Cambridge al Kupferstich – Kabinett di Berlino. La mostra, promossa e finanziata dal Ministero delle Attività e beni Culturali, organizzata da Eventi Polistampa, è stata curata da Rosanna Caterina Proto Pisani che così commenta: "Questo è un omaggio al Perugino, completamento delle mostre umbre a lui dedicate, omaggio non effimero. La nostra è un’operazione culturale oltre l’evento: vorremmo, infatti, che il Cenacolo di Fuligno sia permanentemente dedicato all’artista. Un primo passo, insomma, che renda merito ad un precursore del genio imprenditoriale oltre che creativo e che porti alla riqualificazione di una parte del centro storico di Firenze, spesso dimenticata". A campeggiare nel Cenacolo, l’affresco de "L’ultima cena" fino a poco tempo fa erroneamente attribuito a Raffaello invece che a Perugino ma che un’attenta riflessione porta alla paternità di umbra memoria: non foss’altro che per il paesaggio retrostante, non solo curato fin nei minimi dettagli ma anche scenario di una storia, l’Orazione dell’Orto, che fa pensare a giochi architettonici tra il dentro e il fuori. Quest’ultimo esaltato da semplice sfondo a lungo intriso di storia, di storie. Pietro Vannucci, detto il Perugino (1452 – 1523) per le sue origini umbre, arrive a Firenze nel 1493 e trova committenti fiorentini esigenti e devoti parimenti a quelli umbri, tanto da gestire le sue attività artistiche tra la bottega di Perugia e quella di Firenze. E la mostra non dimentica la capacità del Perugino di "discepolarizzazione", dando ai suoi seguaci grande risalto. Ecco il perché delle sei sezioni in cui essa è stata con dovizia scientifica divisa: dalla selezione delle opere realizzate dai discepoli, appunto, nella bottega umbra (I sezione) e in quella fiorentina (II sezione); dai seguaci operanti nel territorio fiorentino (III sezione) all’Ultima Cena, l’affresco succitato corredato dai disegni dei collaboratori del Maestro (IV); dai dipinti ed affreschi testimoni dellea sua attività in Firenze (V sezione) al cospicuo numero di dipinti ispirati allo stile peruginesco, provenienti dalla Toscana e da altre Regioni (VI sezione). Una mostra incommentabile, per l’accellenza di forma e sostanza, dedicata ad un pittore che, a scapito delle critiche mossegli da un gelosissimo Vasari, creò "…bellezza nuova e più viva, con la dolcezza nei colori unita". La mostra resterà aperta tutti i giorni eccetto il lunedì, fino all’8 gennaio 2006, con ingresso gratuito. Orario 10 – 18.
Data recensione: 08/10/2005
Testata Giornalistica: Il Corriere di Firenze
Autore: Giada Primavera