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“Io avevo visto il «Frontespizio» in vetrina, in libreria, e così scorrendolo, mi era sembrata inizialmente una rivista del tutto estranea a me, in quella veste apologetica. L’attrazione per me era rappresentata dai racconti

Intervista inedita“Io avevo visto il «Frontespizio» in vetrina, in libreria, e così scorrendolo, mi era sembrata inizialmente una rivista del tutto estranea a me, in quella veste apologetica. L’attrazione per me era rappresentata dai racconti di Lisi, la poesia di Betocchi, un mondo che non mi era del tutto estraneo. Fatto sta che su invito non formale, ma in ragione di amicizia, fatto da Lisi, e su sollecitazione di Bo, cominciai a scrivere delle note sulla rivista, anche se inizialmente con grande intermittenza. Nel  ’35 detti una nota, nel ’36 un’altra”. La storica rivista letteraria fiorentina fondata nel 1929 e chiusa  nel 1940 è uno dei molti argomenti affrontati da Mario Luzi in un’intervista sul tema “Esperienza letteraria e religiosità”, realizzata nel 1986 dal sociologo Arnaldo Nesti e pubblicata per la prima volta in volume da Mauro Pagliai editore (Conversazioni a Firenze, a cura di Andrea Spini, pp. 144, euro 9; in libreria il 1° settembre). Inevitabili i riferimenti al fascismo, anche se il “fascismo esplicito”, secondo Luzi, in «Frontespizio» “non ci fu mai”. Dopo un momento di apertura “alla cultura europea meno conformista”, “il regime” o “il Vaticano” richiamarono all’ordine i redattori: “In extremis arriva Soffici, il «Frontespizio» prende a militare palesemente per il regime, chi aveva allentato le briglie a Bargellini, ora le accorcia e le tira. ... Noi siamo usciti nel ’39”. Insomma, nessun compromesso col regime, dice Luzi.
Data recensione: 22/08/2008
Testata Giornalistica: Libero
Autore: ––