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Variazioni mozartiane e altre poesie

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Qt

La morte
 non c’è, c’è
 come vita
 estrema, al compimento
 dell’esistenza, quando
 il lampo di luce
 arriva, e tutto
 cede

+

 penetrami, o musica, estrema
 vita, morte,
 polverizzata
 in tutte le infinitesimali diramazioni
 del corpo,
 al medesimo tempo!

Göran Sonnevi, una delle voci più autentiche ed autorevoli della lirica svedese contemporanea, sembra qui esprimere al meglio alcuni dei tratti salienti dell’indole nordica: semplicità e naturalezza nei modi, rispetto sincero di tutto ciò che vive. In più può contare su una insolita onestà intellettuale quando affida alla poesia il compito, da un lato, di scandagliare l’anima dell’uomo e, dall’altro, di sindacarne l’operato. In pari tempo la poesia deve, a suo dire, avvicinare la natura all’uomo per consentirgli di scoprirne i segreti e le meraviglie.
Audace e magistrale orchestrazione dei tanti temi affrontati nelle precedenti raccolte (ben quindici), questa raccolta mostra in controluce le principali tappe della sua carriera: dall’iniziale apprendistato (primi anni ’60) ove la questione non era cosa dire ma come dirlo (e qui è chiaro l’influsso dei nuovi orientamenti filosofico-linguistici americani) si passa, a metà decennio, alla militanza ideologica di ascendenza marxista con la denuncia della “schifosa” guerra americana nel Vietnam. Più tardi le nefandezze dei regimi comunisti in Europa e in Asia mettono in crisi il suo credo politico e rispuntano allora, alimentate dalle delusioni e dai rimorsi (poi acuite dalle drammatiche vicende di oggi), le mai sopite angosce esistenziali.

La morte
 non c’è, c’è
 come vita
 estrema, al compimento
 dell’esistenza, quando
 il lampo di luce
 arriva, e tutto
 cede

+

 penetrami, o musica, estrema
 vita, morte,
 polverizzata
 in tutte le infinitesimali diramazioni
 del corpo,
 al medesimo tempo!

Göran Sonnevi, una delle voci più autentiche ed autorevoli della lirica svedese contemporanea, sembra qui esprimere al meglio alcuni dei tratti salienti dell’indole nordica: semplicità e naturalezza nei modi, rispetto sincero di tutto ciò che vive. In più può contare su una insolita onestà intellettuale quando affida alla poesia il compito, da un lato, di scandagliare l’anima dell’uomo e, dall’altro, di sindacarne l’operato. In pari tempo la poesia deve, a suo dire, avvicinare la natura all’uomo per consentirgli di scoprirne i segreti e le meraviglie.
Audace e magistrale orchestrazione dei tanti temi affrontati nelle precedenti raccolte (ben quindici), questa raccolta mostra in controluce le principali tappe della sua carriera: dall’iniziale apprendistato (primi anni ’60) ove la questione non era cosa dire ma come dirlo (e qui è chiaro l’influsso dei nuovi orientamenti filosofico-linguistici americani) si passa, a metà decennio, alla militanza ideologica di ascendenza marxista con la denuncia della “schifosa” guerra americana nel Vietnam. Più tardi le nefandezze dei regimi comunisti in Europa e in Asia mettono in crisi il suo credo politico e rispuntano allora, alimentate dalle delusioni e dai rimorsi (poi acuite dalle drammatiche vicende di oggi), le mai sopite angosce esistenziali.

Mauro Pagliai, 2006

A cura di:

Pagine: 208

Caratteristiche: br.

br.

Formato: 12x17

ISBN: 978-88-596-0115-9

Collana:
Biblioteca del Caffè | La Fiamma e il Cristallo, 18

Settore: