Boris Leonidovi? Pasternak (Mosca, 1890 - Peredelkino, Mosca,
1960), scrittore vicino ai futuristi, esordì con le poesie Bliznec v tu?ach (Il gemello
nelle nuvole, 1914) imponendosi presto come il più interessante lirico
russo della sua generazione. In un linguaggio dominato dal sentimento, modulò
ora temi intimi vivificati da accostamenti imprevisti, ora temi patetici
riportati a dimensioni quotidiane. Il primo racconto pubblicato fu nel 1922 Detstvo Ljuvers (L’infanzia di Ženja Ljuvers,
1960), lavorò poi segretamente al celebre romanzo Doktor Živago (edito in Italia nel 1957 e nell’originale
russo negli Stati Uniti nel 1961), affresco della storia russa vista attraverso
le tormentate vicende di un intellettuale.
Figlio di un noto pittore e di una pianista di talento, dopo studi di musica,
diritto e filosofia si avvicinò al
gruppo futurista “Centrifuga”, esordendo come poeta sotto il segno dello
sperimentalismo. Dopo la raccolta Poverch bar?erov (Oltre le
barriere, 1917) s’impose con i versi di Sestra
moja žizn? (Mia sorella la vita,
1922). La sua vocazione di poeta denso ed ermetico, originalissimo nella
descrizione della natura, è confermata da Temy
i variacii (Temi e variazioni,
1923), mentre meno felici sono i poemi ove tentò la via di un impegno ideologico estraneo alla sua autentica
ispirazione. Nel frattempo aveva pubblicato il primo racconto, poi compreso
nella raccolta Rasskazy (Racconti, 1925). In Ochrannaja gramota (1931, Il
salvacondotto), insolita autobiografia, rievocò gli incontri con scrittori
e artisti che influirono sulla sua formazione (Rilke, Skrjabin, Majakovskij). A
disagio nel clima di sempre più rigido controllo ideologico, dopo il volume di
liriche Vtoroe roždenie (Seconda nascita, 1932) si dedicò alla traduzione (Shakespeare, Goethe etc.), tornando a pubblicare durante
la guerra. Negli anni successivi lavorò ancora al Doktor Živago. Scritto in una prosa lirica di grande suggestione,
il romanzo valse allo scrittore un’immediata notorietà in Occidente, ma le polemiche e gli
attacchi cui fu sottoposto in patria lo costrinsero a rifiutare il premio
Nobel assegnatogli nel 1958. Lo stesso anno comparvero in Occidente Avtobiografi?eskij o?erk (Saggio autobiografico) e le poesie di Kogda razguljaetsja. Oltre a numerose
edizioni dei suoi versi, in Italia sono uscite raccolte di suoi racconti, saggi
e lettere.
Fonte: treccani.it
Boris Leonidovi? Pasternak (Mosca, 1890 - Peredelkino, Mosca,
1960), scrittore vicino ai futuristi, esordì con le poesie Bliznec v tu?ach (Il gemello
nelle nuvole, 1914) imponendosi presto come il più interessante lirico
russo della sua generazione. In un linguaggio dominato dal sentimento, modulò
ora temi intimi vivificati da accostamenti imprevisti, ora temi patetici
riportati a dimensioni quotidiane. Il primo racconto pubblicato fu nel 1922 Detstvo Ljuvers (L’infanzia di Ženja Ljuvers,
1960), lavorò poi segretamente al celebre romanzo Doktor Živago (edito in Italia nel 1957 e nell’originale
russo negli Stati Uniti nel 1961), affresco della storia russa vista attraverso
le tormentate vicende di un intellettuale.
Figlio di un noto pittore e di una pianista di talento, dopo studi di musica,
diritto e filosofia si avvicinò al
gruppo futurista “Centrifuga”, esordendo come poeta sotto il segno dello
sperimentalismo. Dopo la raccolta Poverch bar?erov (Oltre le
barriere, 1917) s’impose con i versi di Sestra
moja žizn? (Mia sorella la vita,
1922). La sua vocazione di poeta denso ed ermetico, originalissimo nella
descrizione della natura, è confermata da Temy
i variacii (Temi e variazioni,
1923), mentre meno felici sono i poemi ove tentò la via di un impegno ideologico estraneo alla sua autentica
ispirazione. Nel frattempo aveva pubblicato il primo racconto, poi compreso
nella raccolta Rasskazy (Racconti, 1925). In Ochrannaja gramota (1931, Il
salvacondotto), insolita autobiografia, rievocò gli incontri con scrittori
e artisti che influirono sulla sua formazione (Rilke, Skrjabin, Majakovskij). A
disagio nel clima di sempre più rigido controllo ideologico, dopo il volume di
liriche Vtoroe roždenie (Seconda nascita, 1932) si dedicò alla traduzione (Shakespeare, Goethe etc.), tornando a pubblicare durante
la guerra. Negli anni successivi lavorò ancora al Doktor Živago. Scritto in una prosa lirica di grande suggestione,
il romanzo valse allo scrittore un’immediata notorietà in Occidente, ma le polemiche e gli
attacchi cui fu sottoposto in patria lo costrinsero a rifiutare il premio
Nobel assegnatogli nel 1958. Lo stesso anno comparvero in Occidente Avtobiografi?eskij o?erk (Saggio autobiografico) e le poesie di Kogda razguljaetsja. Oltre a numerose
edizioni dei suoi versi, in Italia sono uscite raccolte di suoi racconti, saggi
e lettere.
Fonte: treccani.it