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Matteo Periani

Matteo Periani

Mi chiamo Matteo Periani e vengo da Bologna. O meglio, da un paese vicino a Bologna. Desidero sottolineare con forza la mia data di nascita, 22 giugno 1998, perché ho un omonimo, che ha un anno in più di me, e questa è l’unica caratteristica indiscutibile che ci distingue. Frequento il liceo classico Minghetti, nel centro storico di Bologna. Tutti i giorni studio fra affreschi stupendi e colonne decorate, eredità di una famiglia di gran signori che fra le sue file ha visto anche un Papa: il famoso Cardinal Lambertini. Studio, quindi, con la convinzione che quello che faccio è importante per il mio futuro, e mi aiuta a costruirlo. Credo, nonostante tutto, che la cultura classica possa essere la giusta base da cui ripartire, per cercare di salvare ancora qualcosa. Amo leggere, soprattutto, e amo anche scrivere, di conseguenza. Mi piace iniziare a descrivere una situazione senza sapere bene come andrà avanti, e scoprirlo lasciando scorrere il flusso delle parole. Da grande (visto che lo chiedono tutti) mi piacerebbe fare il giornalista, perché credo che 143 raccontare le cose come stanno sia l’antidoto necessario a curare la bruttezza che ci sta intorno.
Mi chiamo Matteo Periani e vengo da Bologna. O meglio, da un paese vicino a Bologna. Desidero sottolineare con forza la mia data di nascita, 22 giugno 1998, perché ho un omonimo, che ha un anno in più di me, e questa è l’unica caratteristica indiscutibile che ci distingue. Frequento il liceo classico Minghetti, nel centro storico di Bologna. Tutti i giorni studio fra affreschi stupendi e colonne decorate, eredità di una famiglia di gran signori che fra le sue file ha visto anche un Papa: il famoso Cardinal Lambertini. Studio, quindi, con la convinzione che quello che faccio è importante per il mio futuro, e mi aiuta a costruirlo. Credo, nonostante tutto, che la cultura classica possa essere la giusta base da cui ripartire, per cercare di salvare ancora qualcosa. Amo leggere, soprattutto, e amo anche scrivere, di conseguenza. Mi piace iniziare a descrivere una situazione senza sapere bene come andrà avanti, e scoprirlo lasciando scorrere il flusso delle parole. Da grande (visto che lo chiedono tutti) mi piacerebbe fare il giornalista, perché credo che 143 raccontare le cose come stanno sia l’antidoto necessario a curare la bruttezza che ci sta intorno.

Libri scritti da Matteo Periani