Il Comune di Firenze, in ricordo dell’ultima grande figura di Casa Medici, ha deciso di istituire una festa cittadina il 18 febbraio, anniversario della sua morte (1743). Quest’anno il Corteo Storico della Repubblica
Fiorentina partirà alle 16.00 dal Palagio di Parte Guelfa sfilando fino alle
Cappelle Medicee e raggiungerà poi la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio. Lì alle 17.00,
dopo il saluto di Eugenio Giani, si terrà la presentazione del volume Anna
Maria Luisa de’ Medici – Elettrice Palatina, a cura di Anita Valentini (ed.
Polistampa, pp. 144, € 12). Seguiranno gli interventi della stessa Valentini,
di Alberto Bruschi, Monica Bietti e Maria Teresa Guerra Medici.
“Firenze è ancora oggi, per i suoi abitanti e per il
mondo intero, lo scrigno di tante gioie d’arte grazie ad una donna, ad una
fiorentina di tanti anni fa corredata non dalla mentalità a lei contemporanea,
non da una realtà politica a suo favore bensì solamente dalla sua cultura,
dalla sua intelligenza e, non ultimo, dal suo sconfinato amore per le arti e
per la città di Firenze. Questa donna non è altri che Anna Maria Luisa de’
Medici (1667-1743), l’ultima Gran Principessa di Toscana, unica figlia nata dal
matrimonio fra il Granduca Cosimo III e Marguérite-Louise d’Orléans, alla
quale, dopo la morte del fratello Gian Gastone, toccò in sorte l’arduo compito
di dovere traghettare il Granducato di Toscana da un governo mediceo ad uno
“straniero” con a capo la famiglia franco-austriaca dei Lorena.
Anna Maria Luisa, nota anche col titolo di Elettrice Palatina, che gli
spettava a seguito del matrimonio, nel 1691, con l’Elettore Palatino Johann
Wilhelm von der Pfalz-Neuburg di casa Wittelsbach (1658-1716), cedette il
governo della Toscana ma non i beni d’arte che per secoli i Medici avevano
collezionato, plasmando così l’odierna immagine di Firenze.
Da sempre, infatti, era legge e consuetudine che il nuovo casato
subentrante alla guida di una città o di uno Stato ereditasse dalla precedente
famiglia anche le collezioni d’arte che, pertanto, erano soggette all’uso più
consono al momento, al trasporto, allo scambio, all’abbellimento di una o
dell’altra reggia al seguito degli interessi, delle esigenze o, semplicemente,
dei desideri dei nuovi proprietari.
Le vicende del trapasso dei poteri dai Medici ai Lorena e della
salvaguardia del patrimonio artistico fiorentino occuparono gli ultimi anni
della lunga vita della caparbia Elettrice e segnarono il coronamento di
un’intera esistenza dedicata a perpetuare, con tutti i mezzi, la gloria e la
memoria della propria famiglia, la quale nel novero dei committenti d’arte
vantava un posto d’onore come la città stessa testimoniava.
Agli albori dell’età dei Lumi, per difendere il patrimonio artistico di
Firenze, impedendone la dispersione, Anna Maria Luisa decise di usare una nuova
arma, l’arma del Diritto, l’unica a lei possibile.
“La Serenissima Elettrice cede, da e trasferisce al presente a S.A.R.
per lui e i suoi successori Gran Duchi tutti i mobili, effetti e rarità della
successione del Serenissimo Gran Duca suo fratello, come Gallerie, Quadri,
Statue, Biblioteche, Gioie ed altre cose preziose, siccome le sante reliquie,
che S.A.R. si impegna a conservare, a condizione espressa che di quello che è
per ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità
dei Forestieri, non ne sarà nulla trasportato e levato fuori dalla Capitale e
dello Stato del Gran Ducato”.
Così recita, o meglio ordina, l’articolo terzo della Convenzione tra
Francesco Stefano di Lorena ed Anna Maria Luìsa, firmata il 31 ottobre 1737 e
più nota come ‘Patto di Famiglia’, con cui le collezioni d’arte raccolte
dai Medici venivano cedute al nuovo Granduca ma alla condizione che rimanessero
vincolate “per sempre” alla città di Firenze e allo Stato di Toscana. Il ‘Patto
di Famiglia’, confermato dalla Elettrice Palatina nel suo testamento del 5
aprile 1739, entrò in vigore alla sua morte, nel 1743, e salvò, quindi,
dalla certa dispersione la gran parte delle celebri e ricchissime collezioni
d’arte medicee, che rendono Firenze ancora oggi unica al mondo.
Se Firenze conserva uno dei patrimoni artistici più ricchi fra le città
europee lo si deve pertanto alla Elettrice Palatina e alla sua limpida consapevolezza del significato, non semplicemente dinastico ma universale, del
mecenatismo e del collezionismo medicei e dell’importanza di mantenere nel loro
contesto d’origine le opere d’arte raccolte nel corso di secoli.
Il 18 febbraio è quindi un giorno dedicato alla memoria, per fermarsi a riflettere sull’eredità morale di Anna Maria Luisa, che sublima, in un certo senso, l’eredità di Firenze, il suo messaggio civile e culturale al mondo”.
Anita Valentini