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Olmi preferirebbe senz’altro la tradizionale scampagnata fuori porta del giorno di Pasquetta, ma è forte la tentazione di rimanere in casa a sfogliare (senza inchiodarlo) questo incantevole

Olmi preferirebbe senz’altro la tradizionale scampagnata fuori porta del giorno di Pasquetta, ma è forte la tentazione di rimanere in casa a sfogliare (senza inchiodarlo) questo incantevole libro che ci porta a spasso per i giardini storici della Toscana. C’è da lustrarsi gli occhi nel contemplare le stupende fotografie di Massimo Listri, magnificamente stampate, che inquadra da par suo panorami d’insieme e dettagli suggestivi del giardino fiorentino di Boboli e della villa Roncioni vicino Pisa, dove il giovane Ugo Foscolo si innamorò della padrona Isabella, del labirintico percorso di iniziazione ideato da Daniel Spoerri nel giardino di Seggiano, alle pendici del monte Amiata, e del giardino dei Tarocchi vicino Capalbio, con le fantastiche sculture dipinte da Niki De Saint Phalle. Il tutto corredato da una serie di schede esaurienti e informatissime e da un saggio introduttivo di Mariella Zoppi, che ripercorre la storia dei giardini toscani da Plinio il Giovane a Bernard Berenson, passando per Leon Battista Alberti e i Medici. Il tema è quello del rapporto fra lo spazio del giardino e il paesaggio naturale, nel quale il primo si colloca «in una soluzione di continuità che ne fa un’entità unica», in una reciproca delimitazione di entrambi che contrappone «l’artificio culturale interno e interiore del giardino e la coltivazione e la cura dei terreni all’esterno, nel paesaggio». Per celebrare il sogno umanissimo (e umanista) di costruirsi una natura a propria misura, domata e familiare, all’interno di una natura esterna sconfinata, dove comunque «niente è selvaggio, niente è al di fuori del controllo e dell’opera dell’uomo». Così come lo spazio architettonico della villa è concepito come parte integrante della campagna intorno, che fa da suggestivo controcanto. Impariamo a distinguere le ville fiorentine da quelle senesi e lucchesi, desiderose di affermare una loro differente identità e facciamo anche la conoscenza di sorprendenti giardini in città. Continui rimandi alla storia e alla letteratura (c’è anche il parco di Pinocchio a Pescia), in un serrato dialogo tra statue e paesaggio. Con il mutamento stilistico che segue lo spirito del tempo. Perchè la storia dei giardini si identifica con quella delle idee, dei sogni e degli assetti politici.
Data recensione: 07/04/2007
Testata Giornalistica: Il Domenicale
Autore: Fabio Canessa